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«TRANCE & DRONES - MAPPA DELLE MUSICHE PIÙ VISIONARIE DEGLI ANNI NOVANTA - Gino Dal Soler, Alberto Marchisio»
«TRANCE & DRONES - MAPPA DELLE MUSICHE PIÙ VISIONARIE DEGLI ANNI NOVANTA - Gino Dal Soler, Alberto Marchisio»
Gino Dal Soler, Alberto Marchisio - TRANCE & DRONES - MAPPA DELLE MUSICHE PIÙ VISIONARIE DEGLI ANNI NOVANTA - la recensione
Recensione del 28 apr 1999
"…Di certo è preferibile chi in questo momento scorrazza nei territori della coscienza, o sperimenta attimi di infinito, piuttosto che piantar spilli in coleotteri e farfalle nel ricordo dei voli che più non faranno. Allora diamo degna sepoltura a ciò che non è più e andiamo a cercare altrove le colonne sonore per i nostri nuovi party neutrali. Dove? Beh, esiste un universo sommerso di atolli liberati e oasi creative che si cela all'orecchio dell'ascoltatore meno esperto, pigro o distratto. La nuova ricerca musicale, la più vitale e visionaria, ha infatti da tempo abbandonato i luoghi e le forme consacrate e si è rifugiata negli studi, unità abitative, bed-room dei musicisti sottraendosi, come in un gioco di specchi, alla vista del grande pubblico. Favoriti dalla tecnica digitale di computer, registratori dat e campionatori (e della loro relativa economicità) questi artisti hanno potuto mutuare il processo di composizione-produzione sganciandolo completamente dai condizionamenti di mercato. Ecco allora non più culture antagoniste né subculture, ma un puzzle organico di forme espressive, musiche che spesso fuggono a ogni criterio di classificazione , data la libertà compositiva e produttiva che le caratterizza. Semmai l'elemento che le rende un corpo unico è una forte attitudine al mentale, unità all'estrema visionarietà che ne accomuna le esperienze".
Brian Eno, tribal & ritual ambient, esoteric music, canti delle sfere, chitarre visionarie, tecnosciamani, etnodeviazioni, isolazionismo, sampladelia, microscopia sonora. Vidna Obmana, Robert Rich, Steve Roach, Michael Stearns, Alio Die, Klaus Wiese, David Parsons… quanti ne conoscete? "Trance & Drones" si presenta così, il ritratto di una scena musicale che in Italia comincia adesso a godere di una certa visibilità a livello 'overground', ma che risulta tuttavia ancora appannaggio dei soli periodici specializzati. Quelle riportate in apertura sono parole che risalgono al 1996, e che allora disegnavano un panorama vitale e totalmente scollegato dal mercato overground. Nel 1999, a tre anni di distanza da quel momento di sintesi, descrittivo di una realtà che veniva fuori da mutamenti iniziati a maturare nel corso degli anni ''80, quella stessa realtà si trova a dover fare nuovamente i conti con il mercato, in maniera diversa e meno vincolante da allora, ma altrettanto netta. Le nicchie prosperano, è vero, e in definitiva i conti in qualche modo tornano: tagliate alla fonte le spese, rimane comunque aperto il problema della distribuzione e della promozione di questa musica. Vero è che l'underground nutre se stesso, per cui il cosiddetto 'circuito' relativo a questa musica fa al tempo stesso opera di proselitismo e diffusione. Vero è anche che per chi aspira a un maggior riscontro non rimane che cercare di entrare in un giro più ampio. La liberalizzazione dell'artigianato computeristico ha portato con sé il problema - se di problema si può parlare a proposito di libertà espressiva - della strabordante proposta musicale, che si fatica a smaltire negli appositi canali. "Trance & drones" offre comunque una panoramica completa e documentata dell'evolversi di questi momenti musicali e della personalità dei principali artisti di genere, capaci di propagandare nuove visioni in attesa del millennio venturo.