Massimo Ranieri si racconta in prosa

L'autobiografia di Giovanni Calone, artista a tutto tondo

Recensione del 05 apr 2022 a cura di Franco Zanetti

Voto 8/10

La prassi, o comunque l'abitudine, è che l'autobiografia di un personaggio famoso non appartenente al mondo della letteratura (calciatori, cantanti, personaggi televisivi) sia raccontata dal protagonista a un professionista della parola scritta, che poi provvede a rimettere in ordine la narrazione e a trasformarla in un racconto su carta. Non so se questo sia successo anche nel caso di Massimo Ranieri, o se queste pagine lui se le sia scritte da solo, e poi siano state sottoposte a un editor. Comunque sia andata, il risultato è decisamente superiore a quello che hanno offerto altre (auto)biografie di cantanti.

La storia della vita piena e intensa di Massimo Ranieri scorre veloce e avvincente, punteggiata di aneddoti relativi all'infanzia, alla giovinezza e alla maturità artistica, fitta di incontri con nomi celebri della musica, del cinema, del teatro, tutti palcoscenici che Massimo ha frequentato con successo nei suoi ormai molti anni di carriera. Ne risulta un ritratto autentico, che spesso ha il tono preciso della sincerità, e ci rende partecipi di un itinerario professionale faticato e quasi sempre coronato da eccellenti risultati. Il titolo, per chi non l'avesse riconosciuto, è una frase di "Perdere l'amore", la canzone con cui Ranieri ha vinto il Festival di Sanremo nel 1988.

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