I libri dei quali scrivo qui sono, nella stragrande maggioranza dei casi, saggi su argomenti musicali o biografie di musicisti. Raramente ricevo per recensione opere di fiction; quando succede, è perché l'autore è un musicista o perché la trama contiene qualche riferimento alla musica.
Il secondo caso è quello di "Ti prego non ridurmi a icona", romanzo (breve) d'esordio (almeno credo) di Stefano Pomes.
L'originale caratteristica di questo scritto è che è articolato, strutturalmente, come una serie di lettere - diciamo email, o messaggi vocali - destinate a Niccolò Contessa, il cantautore leader del gruppo I Cani. Il pretesto narrativo sta nell'apprezzamento che il protagonista, Stefano, e la sua ragazza, Lucia, condividono per la produzione musicale dell'artista.
L'espediente è divertente, anche se alla lunga mostra un po' la corda - e a quel punto sarebbe stato più logico iniziare tutti i diciotto capitoli con il vocativo "Niccolò" (fanno eccezione il 5, l'8, il 12 e il 17). E anche il continuo riferimento alle canzoni di Contessa, il filo rosso che percorre il racconto, è un elemento di coesione (anche se chi, come me, non è un conoscitore profondo della discografia del cantautore non riesce a cogliere tutti i significati).
La vicenda narrata - beh, questo è un po' il punto debole: si arriva all'ultimo capitolo sperando che il finale sia diverso da quello che ci si aspetta / si teme fin dal principio, e invece...
Il bello del libro è però la sua scrittura: lessicalmente creativa, con qualche invenzione originale (ma il "riavviato" di pagina 71, riga 17 temo sia un refuso, da leggere "ravviato"), bene organizzata, contiene, mi è parso, alcune precise citazioni di versi di Pasquale Panella per Lucio Battisti; cosa che non ho mancato di apprezzare.
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