Già il titolo vale il prezzo dell’acquisto, per questo libro che racconta “Ascesa, caduta, ricadute e risurrezioni di Maurizio ‘Monofonic Orchestra’ Marsico”.
Scrivevo tempo fa qui su Rockol:
“Se uno come lui fosse nato negli Stati Uniti, o in Gran Bretagna, i nostri giornalisti ‘di tendenza’ l’avrebbero già beatificato da vivo. Invece è milanese, e la sua esplosiva, disordinata, beffarda creatività musicale (e non solo musicale) l’ha regalata come perle ai porci al distrattissimo pubblico italiano (e all’ancora più distratta critica musicale italiana, ammesso che esista una critica musicale italiana).
Perché Maurizio Marsico non è considerato alla pari di, che so, Brian Eno, Mark Mothersbaugh dei DEVO, o i Residents? Non lo so. Forse perché si è dedicato più alla ricerca del divertimento che alla costruzione cosciente di una carriera lineare. E forse anche perché nella sua disordinatissima attività si è nascosto dietro gli alias e gli pseudonimi più bizzarri: da Monofonic Orchestra a The Space Boys, da Fontana a Frisk the Frog, da Soul Boy a... Marsico”.
Zingales ricostruisce, cercando di mettere un po’ d’ordine, proprio lo zigzagante eppure coerentissimo itinerario artistico del musicista, che è strettamente intrecciato con la sua biografia – benché la sua musica non sia particolarmente autobiografica. Ampi squarci di racconto in prima persona del protagonista ci portano direttamente nel vivo delle azioni, e lo fanno con una candida sincerità che a volte rischia persino di imbarazzare il lettore, al quale pare di guardare dal buco della serratura.
Coinvolgente, appassionante, rivelatore.
Franco Zanetti