Gary Numan - SPLINTER - la recensione

Recensione del 20 nov 2013

Nel 2011 Gary Numan, uno dei pionieri della scena industrial-dark inglese, decise di tornare dopo ben cinque anni di silenzio con l'album “Dead son rising”, un lavoro che consentì al Nostro di ottenere numerose soddisfazioni, tra cui quella di essere chiamato dai Battles per partecipare al loro album “Gloss drop”.

“Sarà un disco molto pesante, aggressivo e scuro” disse Numan qualche tempo fa in merito al nuovo album “Splinter (Songs from a broken mind)” ed in effetti gli aggettivi adoperati dall'artista britannico rispecchiano questo nuovo lavoro, un disco nel quale è molto forte la componente industrial e dark, ma nel quale non manca spesso la sua proverbiale capacità di creare ritornelli killer. Il long playing, 20esimo della sua carriera, ha raggiunto la posizione numero 20 nella classifica inglese, la più alta dai tempi di “Warriors” del 1983.
Dopo i disordini avvenuti in Inghilterra nel 2011, Numan, che risiedeva nell'East Sussex con la moglie e tre figli, ha deciso di traslocare a Los Angeles, dove tutt'ora vive con la famiglia: Trent Reznor, frontman dei Nine Inch Nails, ha scritto personalmente una lettera di testimonianza all'ufficio immigrazione statunitense per favorire il trasferimento di Numan negli States.

Tracklist

01. I am dust
02. Here in the black
03. Everything comes down to this
04. The calling
05. Splinter
06. Lost
07. Love hurt bleed
08. A shadow falls on me
09. Where I can never be
10. We're the unforgiven
11. Who are you
12. My last day

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