Manic Street Preachers - REWIND THE FILM - la recensione

Recensione del 27 set 2013

Ci sono gruppi, alcuni di questi in attività da parecchio tempo, di cui saltuariamente si perdono le tracce, ma che, nonostante tutto, continuano imperterriti a pubblicare con invidiabile continuità. Fanno parte della categoria i Manic Street Preachers, band inglese di lungo corso arrivata con questo nuovo “Rewind the film” al traguardo dell’undicesimo album in studio. Sono dodici i brani in scaletta per questa ennesima opera firmata da James Dean Bradfield e soci (in attività dal 1986), registrati tra il Galles e Berlino nel corso di quest’anno, e prodotti dalla stessa band con la collaborazione di Loz Williams e Alex Silva. Pare che la vena creativa del trio gallese si sia rinvigorita una volta arrivati nella capitale tedesca, sempre più cuore pulsante del panorama musicale europeo, e storica fonte d’ispirazione. “Rewind the film” riprende gli stilemi classici di una band ormai conscia della piena maturità raggiunta, qui alle prese con una serie di ballate dal forte carattere introspettivo e malinconico; uno sguardo nostalgico su ventuno anni di onorata carriera. Da segnalare la presenza di Lucy Rose nella opening track “This sullen welsh heart” (chiaro omaggio alla terra d’origine dei Nostri), di Richard Hawley nel pezzo che da il titolo al disco, e di Cate Le Bon in “4 lonely roads”.

Nel corso del prossimo anno, almeno stando agli attuali piani esposti dai Manic, dovrebbe vedere la luce una nuova infornata di inediti che andranno a costituire un secondo album, per così dire gemello, intitolato “Futurology”.

Tracklist

01. This sullen welsh heart
02. Show me the wonder
03. Rewind the film
04. Builder of routines
05. 4 lonely roads
06. (I miss the) Tokyo skyline
07. Anthem for a lost cause
08. As holy as the soil (that buries your skin)
09. 3 ways to see despair
10. Running out of fantasy
11. Manorbier
12. 30-year war

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