Ulver - MESSE - la recensione

Recensione del 27 set 2013

Voto 6/10
Non c’è ormai alcun bisogno di ribadire che gli Ulver sono – che piaccia o meno – una delle band di punta della sperimentazione musicale contemporanea. In questa nuova fatica in studio si cimentano con una collaborazione impegnativa ai massimi livelli: quella con una vera orchestra, la norvegese Tromsø Chamber Orchestra, che addirittura ha commissionato alla band questi brani, scritti appositamente dunque con un’ottica “classica”. Le sonorità sono piuttosto diverse rispetto all’ultimo “Wars of the roses” e la componente elettronica è molto più in evidenza – richiamando gli EP “Silence teaches you how to sing” e “Silencing the singing”, allacciandosi contemporaneamente alla malinconia oscura di “Shadows of the sun”. Un album, dunque, complesso, sfaccettato, scuro e dolce al contempo, che plasma l’orchestralità in una forma che di classico conserva al contempo molto e poco – convogliando però un feeling maestoso e ipnotico. Dalle colonne sonore a Sun Ra, passando per le suggestioni ambient di rigore e lo space rock, il kraut visionario e un tocco di pop anni Ottanta, gli Ulver fanno tutto e lo piegano alle proprie esigenze narrative. Il risultato è indubbiamente impegnativo, ma non di facile fruizione soprattutto per gli ascoltatori che amano approcci più rock o più lineari.

Tracklist

01. As Syrians pour in, Lebanon grapples with ghosts of a bloody past
02. Shri schneider
03. Glamour box (ostinati)
04. Son of man
05. Noche oscura del alma
06. Mother of mercy

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