Jad Fair - SONGS FROM A HAUNTED HOUSE - la recensione

Recensione del 19 mar 2012

Voto 7/10
Jad Fair è una figura leggendaria del panorama underground statunitense. Dal 1974 milita negli Half Japanese, formazione in bilico tra post-punk sperimentale e indie-rock lo-fi che ha fatto la storia della scena alternativa americana e poi si diverte un sacco a collaborare e registrare con una serie infinita di artisti: Teenage Fanclub, Yo La Tengo, Steve Shelley dei Sonic Youth e soprattutto Daniel Johnston, personaggio a lui vicino per attitudine e spirito artistico.

Nel 1991 registra “Monster party”, un disco a quattro mani con il batterista degli Half Japanese Gilles-Vincent Rieder e tredici anni dopo decidono di usare proprio il nome del disco come pseudonimo per un nuovo lavoro intitolato “Haunted house”. L'etichetta scozzese che dovrebbe produrlo chiude a causa di problemi personali del titolare e tutto il materiale finisce in soffitta.
Oggi la Interbang Records decide di recuperare i brani più interessanti di quel disco e di realizzare un lavoro nuovo di zecca intitolato “Songs from a haunted house”, diciotto brani che si dividono tra schegge noise, sfuriate funky, desert rock e psichedelia.

Tracklist

01. Go go go
02. Peppermint bubblegum
03. The vampires are here
04. Just a monkey
05. Sunshine
06. Evil hands
07. Demon seed
08. The phantom
09. I'm your machine
10. The world is right
11. The mothership
12. The wild group
13. We've got it made
14. Number one pest
15. The storm
16. He's got nothing
17. Only then
18. Goat creatures

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