Lambchop - MR. M - la recensione
Recensione del
27 feb 2012
Voto 8/10
Il nuovo disco dei Lambchop, la creatura guidata dal compositore Kurt Wagner, è nato tra due momenti molto importanti per il suo fondatore. Prima la morte del suo grande amico e cantautore Vic Chesnutt, suicidatosi il 25 dicembre del 2009, un evento che ha lasciato un segno indelebile in Wagner. Poi l'incontro avvenuto nello studio di un pittore con il produttore Mark Nevers, già al fianco di artisti come Andrew Bird e Will Oldham, che propone a Kurt di realizzare un nuovo disco dei Lambchop, definendo il sound che ha in mente come “psycho-Sinatra”. Wagner sente che i suoi testi possono adattarsi alla perfezione alle atmosfere di Nevers e così decide di mettersi al lavoro su “Mr. M”.
L'undicesimo capitolo della band di Nashville giunge a tre anni e mezzo di distanza da “OH (Ohio)” e per la prima volta – come affermato dallo stesso leader – è nato principalmente in studio e non traendo spunto dalle performance live del gruppo.
Il sound alt-country tipico dei Lambchop si fa maggiormente swing e lounge, anche se non mancano sfumature psichedeliche e folk.
Il titolo del disco doveva inizialmente essere “Mr. Met”, dove Met è il passato del verbo meet (incontrare), una dedica all'amico Chesnutt; in seguito per evitare diatribe legali con una squadra di baseball della Major League, la cui mascotte si chiama proprio Mr.Met, si è deciso di modificare il nome dell'album.