Come ogni volta la line-up della band è rivoluzionata: in questo caso accanto a Gianpaolo Felici ecco arrivare Ludovica Valori, Fabiano Marcucci, Marco Di Gasbarro e Sarah Dietrich, ma gli amici della prima ora non scompaiono del tutto: il bassista Massimo Pupillo degli Zu (che per i primi due lavori fecero parte del progetto) è presente infatti nel brano “Te possino da tante cortellate”, mentre Geoff Farina dei Karate (anch'egli parte del progetto per il primo lavoro) è qui presente nel brano “Santa Gilda”.
“San Cadoco” è diviso su due CD: il primo, dedicato al misterioso San Cadoco, è quello in cui gli Ardecore hanno inserito quasi tutti brani inediti (ad eccezione di “Tentazione” del 1936 di Meme Bianchi), atmosfere elettriche e visionarie, in bilico tra rock, folk e prog; il secondo, sottotitolato “Contemplazione di Gilda e Cadoco sul mistero dell'origine”, è quello che ricalca maggiormente quanto fatto fino ad oggi, ovvero riletture personali, cupe e “tragiche” di stornelli romaneschi come “Te possino da tante cortellate” di Gabriella Ferri, “Nina ve' giù” di Lando Fiorini, “La povera Cecilia” con alla voce David Tibet dei Current 93 e l'aria “Io de sospiri” tratto dalla Tosca.