John Hiatt - THE OPEN ROAD - la recensione
Recensione del 01 feb 2010
Accompagnato dalla sua touring band (Doug Lancio alla chitarra, Patrick O’Hearn al basso, Kevin Blevins alla batteria), il cantautore dell’Indiana lascia le atmosfere rurali e semiacustiche del precedente “Same old man” per un disco di rock elettrico e urbano che riallaccia il legame con Bruce Springsteen e John “Cougar” Mellencamp ai tempi del “blue collar rock”. E’ un Hiatt che – parole sue – guarda nello specchietto retrovisore, recuperando l’amore per il rockabilly anni Cinquanta, per il Southern soul, per il blues di Chicago e alla Rolling Stones, per il songwriting ispirato di vecchi dischi come “Bring the family” e “Slow turning”. Niente di nuovo sotto il sole, ma è un sole che splende ancora caldo e luminoso.
Tracklist
01. The open road
02. Haulin’
03. Go down swingin’
04. Like a freight train
05. My baby
06. Homeland
07. Wonder of love
08. What kind of man
09. Movin’ on
10. Fireball Roberts
11. Carry you back home