Phish - JOY - la recensione

Recensione del 01 ott 2009

Cinque anni dopo avere dato addio ai fan con “Undermind” i Phish ci ripensano e, complice il produttore Steve Lillywhite (già al loro fianco nell’apprezzato “Billy breathes” del 1996), consegnano alle stampe uno dei migliori album della loro produzione. Compatto e filante, radioso e comunicativo, “Joy” riflette tutte le sfaccettature del poliedrico gruppo del Vermont sciorinando in scioltezza pop rock radiofonico, Southern rock, country-rock, rock blues, ritmi caraibici, honky tonk, psichedelia, progressioni poderose alla Who e armoniosi intrecci vocali. Il tour de force è “Time turns elastic”, suite di oltre 13 minuti che il leader del gruppo Trey Anastasio aveva già inciso per suo conto in una versione ancora più estesa arrangiata per gruppo rock e orchestra.

Tracklist

01. Backwards down the number line
02. Stealing time from the faulty plan
03. Joy
04. Sugar shack
05. Ocelot
06. Kill devil falls
07. Light
08. I been around
09. Time turns elastic
10. Twenty years later

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