Ulan Bator - ULAANBAATAR - la recensione

Recensione del 10 apr 2007

Amaury Cambuzat fondava nel 1993 gli Ulan Bator, un trio con base nelle vicinanze di Parigi, il cui studio La Guillotine fu situato dentro una grotta di tufo. Negli anni la formazione ha avuto parecchi mutamenti ed il leader si è avvicinato sempre di più all’Italia e per diverso tempo il gruppo è stato composto per due terzi da musicisti del Bel Paese. “Ulaanbaatar” è una testimonianza “alternativa” dei primi cinque anni di vita degli Ulan dove Cambuzat, insieme a Olivier Manchon e Franck Lantignac hanno sperimentato e creato il loro stile tra sonorità indie-rock, noise e psichedelia. La raccolta include ventuno brani inediti: versioni demo mai date alle stampe (tra cui il primo di sempre “Tengrì” del ’93), canzoni registrate dal vivo e remix.

L’ultimo lavoro in studio degli Ulan Bator è stato pubblicato nel 2005 con il titolo “Rodeo massacre”.

Tracklist

01. Pèse-nerfs
02. Ursula minor
03. Katatonia
04. La guillotine
05. Transatlantic rendez-vous
06. …Jun
07. Bleu électrique
08. Melodicart
09. D-Press T.V.
10. r.A.di.O
11. Cèphalopode
12. Automne
13. Brille
14. Ulaanbaatar
15. Stereotomy
16. Végétale
17. Lumière blanche / Schneestum
18. Apt 18-A
19. Plano mecanik
20. Hauptstadt
21. Tengrì

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