Earth Crisis - SLITHER - la recensione

Recensione del 09 giu 2000

Dopo aver cercato (senza riuscirci) maggior fortuna con chi possedesse i mezzi necessari per promuovere e far vendere più dischi, gli Earth Crisis, gruppo di Syracuse che ha fatto del vegan-straight edge il proprio vessillo sono ritornati finalmente all’ovile. La Victory, etichetta che pubblicò in passato grandi dischi come “Firestorm” e “Destroy the machine”, si è riappropriata di uno dei suoi nomi storici, della band che ha venduto più dischi di ogni altra formazione musicale appartenente alla stessa scuderia. Ma il ritorno a casa degli Earth Crisis coincide anche con una considerevole svolta stilistica, un cambio di suono che di primo acchito lascerà stupiti tutti quelli che ricordavano l’ultimo “Breed the killers”. Il precedente disco su Roadrunner aveva, infatti, tramutato la band in una sorta di massiccia entità metal, sopraffatta dall’eccessiva pesantezza del suono e dagli ormai incomprensibili ruggiti del singer Karl Buechner. Ora con “Slither” le cose sembrano essersi in parte aggiustate. I vocalizzi rimangono nella maggior parte brutali, ma prevale il ritorno ad un cantato più chiaro e melodico che si riassetta idealmente sulla linea di “All out war”. I contenuti e le argomentazioni (il punto di forza degli Earth Crisis) non cambiano ma rimangono sempre agganciati sulle consuete battaglie contro lo sfruttamento degli animali indifesi, l’ecologia e la bio-tecnologia assassina. Quello che potrà più stupire chi ricorda e stima gli Earth Crisis, sono alcuni episodi contenuti in questo “Slither”. Ascoltando l’introduzione ed i primi minuti della titletrack è inevitabile volgere il pensiero agli ultimi Sepultura, quelli più tribali, ma poi con lo scorrere del tempo ci si accorge anche di un preponderante elemento nu-metal, contrassegnato dall’alternanza di melodia-ruggito-rapping (!) nel cantato di Karl. In “Nemesis” poi lo shock è ancora più forte, poiché nel ritornello sembra perfino di udire la voce di Ozzy Osbourne (ma è solo il buon Karl nella versione melodica), mentre in “Hairtrigger” il riferimento sono i Fear Factory. Onore agli Earth Crisis che con “Slither”si sono dimostrati veramente coraggiosi nel voler cambiare così violentemente la propria ossatura musicale, e se da un lato perderanno qualche vecchio fan (il consiglio è però di ascoltare quest’album più di una volta), dall’altro ne guadagneranno qualcuno in più.

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