Bianco non insegue le classifiche o le mode. Da dieci anni scrive canzoni con cura, mettendosi a nudo e affrontando ciò che la vita gli ha messo davanti in diverse fasi della sua crescita artistica e umana. “Canzoni che durano un momento” non tradisce le aspettative: è un ottimo esempio di cantautorato pop capace di parlare, senza scontatezza, di vita e sentimenti, anche davanti a grossi cambiamenti come quelli innescati dalla paternità.
Un'allegra malinconia
Tutto è pervaso da un’allegra malinconia. Non mancano alcuni ospiti come Colapesce, Dente e i Selton per quello che è a tutti gli effetti un racconto disseminato di indizi e parole che, a ogni ascolto, hanno il potere di evocare qualche cosa di diverso. L’album, prodotto da Tiziano Lamberti, è un felice ritorno per i fan della prima ora e un’ulteriore prova di maturità creativa per il cantautore torinese, che ha sempre saputo mettersi in discussione come autore, produttore (i primi due dischi di Levante portano la sua firma) e musicista, vivendo appieno la sua vocazione. La genesi del progetto è ambiziosa e lo si intuisce già dal titolo “Canzoni che durano solo un momento”: “Ho scritto questo disco sempre ricordando che le canzoni durano solo un momento, ma che quell’attimo nella testa di chi ascolta può essere eterno. Le canzoni possono essere immortali. Il suono può essere eterno e un’emozione può essere infinita sconfiggendo la sua innata fugacità”. Brani che sfuggono al tempo.
Colapesce e Dente
“Come se”, la canzone d’apertura, è un pezzo intenso ed evocativo, con la musica che si sposa bene con le parole, mentre “Gazze ladre” ha atmosfere più soft: un bell’arrangiamento e un ritornello piacevole fanno il resto. “Mattanza” con Colapesce è uno dei brani più riusciti del disco: “non abbiamo fatto la guerra, non conosciamo il fallimento generazionale vero”, spiega Bianco con una canzone ironica e apparentemente spensierata.
A fronte di questo, davanti alle difficoltà della vita, dovremmo cercare di ripensare alle nostre priorità: questo il messaggio del pezzo. “Proiettile” cambia pelle in più frangenti, volgendo anche verso un’elettronica avvolgente. “Gomma” gioca con le parole e con i suoni, una strada che porta a “Biglie”, una storia d’amore fatta di normalità, una normalità pura che rifiuta la banalità e insegue la bellezza. Qui c’è tutto lo spirito leggero di Bianco che, però, non rinuncia ad andare in profondità, rifiutando ciò che offre la superficie. “Morsa”, con Dente”, e “Saremo Giovani” con i Selton hanno ancora sonorità diverse, quest’ultima in particolare si fonda su ritmi caldi su cui Bianco incastra tante parole, chiudendo un disco piacevole che fa viaggiare la mente.