«GLOWING IN THE DARK
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Django Django»
la recensione di Rockol
L'eclettica e positiva spirale sonora dei Django Django
Quarto disco della band inglese difficile da classificare in quanto non facente parte di nessuna particolare e riconoscibile scena. Tredici canzoni poliedriche tra psichedelia, elettronica e pop tra cui spicca la canzone con Charlotte Gainsbourg.
“Glowing in the dark” è il quarto disco dei londinesi-scossezi-nordirlandesi Django Django e che arriva dopo l'acclamato “Marble Skies” del 2018 e anticipato da un paio di ottimi singoli (ed altrettanti eccellenti remix). Diciamo subito che è il loro miglior album e rischia anche di avere un successo commerciale grazie ad alcune canzoni da singolo. Se non li conoscete ancora è forse anche per colpa di una mancata comunicazione efficacia su loro e su altre band tipo loro. E proviamo qui a spiegarne il perché.
Una band senza una scena
Dalla seconda metà degli anni zero sono comparse una serie di band britanniche indie accomunate dallo stesso approccio sonoro ma che non sono mai state racchiuse in una scena ben specifica – tra questi Metronomy, Hot Chip, Wild Beats, Friendly Fries e, appunto, Django Django.
Queste band hanno in comune un sapiente mix di musica psichedelica, dance (nu-rave), pop, indie rock, e molto altro ancora, con una maniacale ricerca citazionista da collezionisti di vinili. Ognuno di loro poi ha preso una direzione diversa, ma c'è . Tra tutti i Django Django solo la band più da festival, molto forti dal vivo e con una bella attitudine a comporre canzoni pop.
Un disco eclettico di canzoni-canzoni
“Glowing in the dark” è un disco ottimista e poliedrico con un chiaro invito ad abbandonare la comfort zone, navigare tra spirali e stratosfere e provare a infrangere la gravità.
L'iniziale “Spirals” con quell'arpeggio di synth in accelerazione ti dà la spinta per entrare in questa caleidoscopica raccolta di canzoni una diversa dall'altra: dal sixties di “Right the Wrong” all'afro dance di “Free from Gravity”, dal western del terzo millennio di “Night of the Buffalo” al folk quasi tradizionale di “The world will turn” per poi arrivare alla dance degli ultimi tre pezzi che chiudono il disco.
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Echi di Morricone e il kraut rock dei Neu!, Bo Diddley e i Cure, psych rock e nu-rave sono davvero tante le influenze che entrano dentro questo disco e che si mescolano perfettamente per formare tredici canzoni che ti vien voglia di ascoltare e riascoltare ancora.
La canzone da playlist
“Waking up” cantata insieme a Charlotte Gainsbourg è un pop rock magnetico e spensierato dal riff circolare che non ci sorprenderemmo di trovare come colonna sonora di qualche commercial o nella scena chiave di qualche bella serie tv. E' un pezzo che probabilmente troveremo nella classifica della canzoni più belle del 2021.
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