I Viagra Boys sono una risata in mezzo al pogo

La band post punk svedese, con il secondo album “Welfare jazz”, gioca ancora di più con i suoni, sfornando un lavoro potente e divertente.

Recensione del 14 gen 2021 a cura di Claudio Cabona

Voto 7.5/10

Con la pancetta che trasborda oltre i pantaloni, a petto nudo, tutto tatuato e con una voce raschiata da portuale, Sebastian Murphy è un istrione con carisma da vendere. Era il 2018 quando la band svedese si è fatta notare soprattutto grazie al singolo “Sports”, contenuto poi nell’album d’esordio “Street Worms”. La loro fama è cresciuta sull’onda del nuovo movimento post punk che, come un’orda di zombie affamati, sta lacerando posti nelle classifiche del mondo pop, soprattutto nel Regno Unito. In questo secondo progetto, i Viagra Boys si confermano sbarellati, potenti e divertenti. E non rinunciano a infarcire il loro sound con delle novità che arrivano dal passato.

Un album multiforme

C’è il post punk, il rock, l’elettronica, il funk e il country, la musica con cui l’americano emigrato in Europa, Sebastian Murphy, è cresciuto: questo secondo lavoro è molto più eterogeneo del primo. Inoltre non mancano sessioni improvvise e in alcuni casi senza senso con strumenti a fiato, quel tocco jazz che permea alcuni passaggi del disco. L’inizio è un fuoco d’artificio e fa capire le intenzioni del gruppo, in un mix di ironia e forza dirompente. “Ain’t Nice” è un pezzo super divertente ed energico, “Cold play” è un assolo di sassofono che si perde nel silenzio, mente “Toad” parte con uno sproloquio per poi assumere i contorni di un pezzo multi strato. È il preludio a un altro intermezzo folle intitolato “This old dog”. “Into the sun” sembra lava sotterranea che scorre, con le chitarre a indicare la strada, mentre “Creatures” è una fotografia perfetta dello stile dei Viagra Boys di oggi, un mix di tutte le anime che compongono il lavoro. “6 Shooter” scalcia, è una cavalcata strumentale nata da una jam session. Si prosegue con l’elettrizzante “Secret Canine Agent” e la teatrale “I feel alive” con il suono irregolare di un piano che regala una strana identità alla canzone. Evidenti, analizzando il disco nella sua complessità, i riferimenti a band come i Queens Of The Stone Age o a icone come Iggy Pop. Non c’è nulla di musicalmente davvero “nuovo” nel mondo dei Viagra Boys, è una lavatrice in funzione con dentro tanti colori mischiati a cui, bisogna ammetterlo, la band svedese riesce comunque a dare un ottimo equilibrio, anche divertendo. “To The Country” e “In Spite of Ourselves”, quest’ultima cover grottesca dell’omonimo brano di John Prime insieme ad Amy Taylor, rappresentano la quota country di questo secondo capitolo.

La canzone da ascoltare: “Girls & Boys”

I Viagra Boys sono una band da live, sul palco non si risparmiano. Basta guardare qualche video su YouTube per rendersene conto. “Girls & Boys” è una canzone punk, ma anche smaccatamente pop e avvolgente. Fa venire voglia di ballare, di pogare, di gioire, il tutto con un sorriso stampato sulle labbra, ascoltando i versi di Sebastian Murphy che non riesce mai, giustamente, a prendersi troppo sul serio.

Tracklist

01. Ain't Nice (03:33)
02. Cold Play (00:32)
03. Toad (03:35)
04. This Old Dog (00:37)
05. Into the sun (03:58)
06. Creatures (03:33)
07. 6 Shooter (04:51)
08. Best in Show II (00:47)
09. Secret Canine Agent (01:45)
10. I feel alive (04:29)
11. Girls & Boys (04:40)
12. To the country (02:58)
13. In Spite of Ourselves (Ft. Amy Taylor) (05:04)

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