Chi lo ha visto esibirsi dal vivo o chi si è immerso dentro la marea delle sue produzioni di video-mosaici su Youtube sa che nel caso di Jacob Collier “talento puro” non è un'espressione peregrina.
Il londinese Collier, classe 1994, polistrumentista dalla morbida e calda voce baritonale scoperto da Quincy Jones, è giunto al suo quarto album “Djesse vol. 3” uscito quest'estate e candidato a tre Grammy tra cui album of the year.
Suono contemporaneo, sottrazione e anima
I suoi precedenti dischi erano un grande caravanserraglio sonoro che mescolavano classica, gospel, jazz, world e folk con quella sua vena massimalista e tendente sempre ad aggiungere, mai a togliere. Questi lavori rappresentavano, l'espressione di un grande tecnica e versatilità ma anche un limite per un ascolto rilassato e fruibile da un pubblico allargato.
Questo Djesse Vol.3 presenta invece un paio di novità: la prima è che Jacob si confronta con quello che oggi è il pop contemporaneo, ovvero R&b, hip-hop, elettronica, ma anche vintage funk mescolato con l'amato jazz , il tutto intrecciato dalla sua caleidoscopica produzione.
L'altra novità è che in alcune canzoni il Nostro inizia a giocare per sottrazione, riuscendo per la prima volta a confezionare ottime canzoni pop dove comunque emerge il suo talento cristallino. Il singolo “Time alone with you” con Daniel Caesar è uno dei tanti esempi contenuti nel disco: una neo soul à la D'Angelo che trasuda groove da tutti i pori e che dà anche lo spazio per i virtuosismi vocali e strumentali di Jacob. 40 minuti godibilissimi che si posizionano musicalmente a fianco di Vulfpeck o Hiatus Kaiyote, ma questa volta con più anima.
Tanti ospiti ben valorizzati
Il disco pullula di ospiti e Jacob questa volta riserva loro il giusto spazio: la canadese Jesse Reyez con ritornello pop e lo scioglilingua rap di T-Pain in “Count the People”, Tory Kelly sulla sentimentale “Running out love” e il duetto nella ballad con l'attrice e cantante Kiana Ledé, o il bellissimo spiritual-soul “He won't hold you” con il finale recitato da Rapsody.
Per quanto riguarda le liriche tutto il disco (interamente scritto, prodotto e in gran parte suonato tutto da Collier) si gioca sui temi dello spazio – ricollegandosi all'artwork astrale della cover – e del sonno (“In too deep” e “Sleeping on my dreams”, “To Sleep”).
La canzone da playlist
Una nota a parte merita “All I Need”, brano complessissimo ma anche tremendamente pop che unisce tastiere yacht rock a dinamiche EDM, il canto di Mahalia e il rap di Ty Dolla $ign. In una intervista rilasciata da Collier rivela che per questa canzone ha suonato tutti gli strumenti battendo il record personale di ben 600 tracce simultanee.