Ben Harper, l'inverno struggente e silenzioso di "Winter Is For Lovers"

Un album strumentale suonato interamente con la lap steel acustica. Perché per scaldare i cuori non c'è bisogno di parole

Recensione del 06 nov 2020 a cura di Marco Di Milia

Voto 8/10

Un viaggio solitario racchiuso nelle corde metalliche di una lap steel acustica. Ben Harper ci ha messo dentro sé stesso e la storia della sua famiglia, in una traiettoria personale che anima vicende, luoghi, città e anche un lungo inverno da trascorrere con chi si ama.

Un viaggio nella memoria

Il nuovo album del musicista californiano, “Winter Is For Lovers” è un omaggio alle proprie radici e a quel negozio di strumenti musicali di proprietà dei nonni in cui il giovane Ben ha trascorso gran parte della sua infanzia. Lì, al Folk Music Center, dove ha visto passare chiunque, da Leonard Cohen a Ry Cooder e Taj Mahal, ha preso per la prima volta tra le mani la chitarra di cui si è presto innamorato e con la quale ha registrato l’intero disco.

Quindici tracce, stringate all’osso, pensate come un’unica sinfonia di accordi e vibrazioni per raccontare, sempre in sottrazione, le emozioni di una geografia che non conosce barriere. Così, collegando idealmente luoghi diversi come “Paris”, “Montreal” e “Verona”, il tre volte vincitore del Grammy Award unisce i suoi percorsi esistenziali senza ricorrere alle parole, lasciando che sia la musica, ora inquieta e ora più decisa, a riempire gli spazi. Interamente strumentale, “Winter Is For Lovers” riesce infatti a creare un immaginario di sensazioni e coloriture in quei tocchi delicati e insieme carichi di riverberi creati da Harper con il produttore e tecnico del suono Sheldon Gomberg.

Il lungo inverno

Tra le sfumature orientali di "Lebanon" e la ritmica fluida di "London", l’atlante di Ben nel suo giro del mondo ferma un istante di una New York imbiancata dalla neve che, richiamando quegli stessi angoli del Village immortalati da Bob Dylan nel suo “Freewhelin’”, riprende il senso di carezzevole sospensione in una stagione fredda, ma mai come ora inevitabilmente appartata. Immagina le ombre, malinconiche, ma anche avvolgenti che coprono i paesaggi di “Joshua Tree, “Harlem” o “Manhattan”, in uno intreccio di note e accordi che evocano tanto il mistero del deserto quanto lo stupore di una notte tra le luci della città.

Un progetto accarezzato per oltre dieci anni e in parte ispirato dalla lettura di "Infinite Jest" di David Foster Wallace, che l'autore ha descritto come una serie di sezioni fuse in una narrazione più ampia, dettata sia dall’essenzialità che dal bisogno di riflessione. “È semplice, diretto, ci siamo solo io e la mia lap steel”, ha spiegato lo stesso Harper, precisando poi: “A un primo ascolto potrebbe sorprendere perché è davvero ridotto all’osso, a differenza di molti altri brani e album di oggi. Sono un grande fan del flamenco, della musica classica, di quella hawaiana e del blues e spero di avere in qualche modo rappresentato tutte queste influenze in “Winter Is For Lovers”. Ci è voluto un po’ per comporre quest’album, che mi ha posto davanti una sfida completamente nuova. Registrare un intero album solo con una chitarra, senza alcun testo, è stato molto più impegnativo rispetto ai lavori precedenti, ma anche più gratificante”.

Il brano da ascoltare

Si susseguono quindi gli arpeggi, ipnotici e cadenzati che in poco più di mezz’ora proiettano uno scenario lontano e romantico, come quello della evocativa “Inland Empire” che riporta le lancette indietro nel tempo, in quella Valle della California - e, chissà, anche all’omonimo film di Lynch in cui ha recitato l’ex moglie Laura Dern - dove il cantante e chitarrista ha mosso i suoi primi passi.

Amore, giri armonici e lap steel

Lontano dalla fascinazione blues in compagnia di Charlie Musselwhite e dal soul degli Innocent Criminals, Ben Harper si lascia trasportare dai ricordi dei suoi luoghi con una grazia leggera ricercata attraverso un solo strumento. Nei giri armonici di un album senza parole c’è così tutta la necessità di scaldarsi i cuori mentre fuori il mondo si prepara al freddo. Perché l’inverno è per gli amanti.

Tracklist

01. Istanbul (01:47)
02. Manhattan (03:09)
03. Joshua Tree (03:57)
04. Inland Empire (03:26)
05. Harlem (02:27)
06. Lebanon (00:30)
07. London (02:10)
08. Toronto (01:56)
09. Verona (01:34)
10. Brittany (00:47)
11. Montreal (01:47)
12. Bizanet (02:48)
13. Toronto - Reprise (00:37)
14. Islip (01:48)
15. Paris (03:02)

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