Nofx - PUMP UP THE VALUUM - la recensione
Recensione del 17 mag 2000
L’album si dichiara subito, ribaltando il titolo di un celebre film dei Monty Python: “And now for something completely similar”. Coerentemente con l’affermazione iniziale, i NOFX si muovono nell’area a loro più familiare: canzoni che prendono dall’hardcore la velocità e il muro compatto di chitarre, ma non rinunciano alle melodie orecchiabili. Rispetto al passato si sono persi i riferimenti ska, ma era una svolta resa esplicita dal gruppo già da tempo, quindi non è una sorpresa. Per il resto, l’album non aggiunge granché a quello che già si sapeva dei NOFX: ma in fondo è proprio questa la sua forza maggiore. La band infatti ha fatto scuola e la scena punk è piena (fin troppo, a volerla dire tutta) di gruppi che sembrano avere studiato per bene i dischi di Fat Mike e soci da “Ribbed” in poi. In più, il loro rifiuto nei confronti dei meccanismi promozionali (niente video, né interviste) ne ha aumentato la credibilità di irriducibili turbatori della quiete rock MTVizzata di questi anni. Quindi, più che una rivoluzione stilistica, le pattuglie di pogatori che affollano i loro concerti, si aspettano la riconferma delle parole d’ordine. Puntualmente la band esegue, con quattordici brani che mediano rabbia, goliardia (la conclusiva “Theme from a NOFX album” esemplifica la vena più allegramente cialtrona del gruppo), e languori pop sparati a una velocità che nessun gruppo pop potrebbe mai permettersi, come “Thank God it’s monday”. Anche senza inventarsi niente di nuovo, la band dimostra di essere sempre diversi gradini sopra ai numerosi epigoni, e chi ha apprezzato gli album precedenti può puntare a occhi chiusi su “Pump up the valuum”. Che è perfetto anche per detrattori e inguaribili snob, perché dà una ulteriore conferma alle principali obiezioni mosse alla band: i NOFX sono dei pestoni arroganti che riscrivono sempre la stessa canzone. Quando si dice accontentare tutti.