“Legends never die” è il terzo disco del rapper di Chicago Juice WRLD, nonché il primo postumo. Juice WRLD - vero nome Jarad Anthony Higgins - è scomparso lo scorso dicembre a 21 anni per un overdose di ossicodone e codeina. Tra tutti i nuovi rapper e trapper facenti parte della cosiddetta scena Soundcloud Rap, formatasi nella nota piattaforma web, era certamente tra i più dotati e dalla visione musicale più ampia - non solo emo-trap, ma anche influenze rock, pop e qualche accenno punk – che facevano intuire un'interessante sensibilità, oltre che una buon voce nel cantato. Il suo singolo del 2018 “Lucid Dreams”, in cui si citava “Shape of my heart” di Sting, abbattè molti record (oltre un miliardo di streaming).
Nonostante la giovane età Juice WRLD ha scritto molte canzoni – pare ne abbia duemila ancora inedite – quindi evidentemente questo non sarà l'unico disco ad uscire dopo la morte . 'Legends Never Die', è un progetto tentacolare di 21 tracce che rende omaggio al talentuoso rapper, ma è troppo gonfio e pieno di contenuti per raccontarlo al meglio: sono coinvolti ben 26 produttori (tra cui Skrillex, Rex Kudo e il fido collaboratore Nick Mira) e oltre 40 autori e collaboratori tra cui i featuring di Halsey, The Kid Laroi, Trippie Redd e Marshmello. Tutto questo accumulo di persone un po' pesa sul disco, che si mantiene su livelli buoni rispetto alla media del genere, ma che non presenta picchi o eccellenze.
I temi sono sempre quelli della decadenza e dissolutezza legato all'uso di pillole per combattere depressione e ansia e che lo hanno condotto in una spirale letale. Juice WRLD dipinge entrambi i lati della tossicodipendenza, usando la propria vita e dipendenza come un avvertimento per gli altri e un segno di speranza. Manca forse però quell'intimità che nei due precedenti lavori era riuscito a ricreare come se stesse cantando direttamente all'ascoltatore, e che qui invece manca.
Da segnalare la pop-rock “Come & Go”, la billyidoliana “Man of the year”, oltre che il singolo “Wishing Well” e “Tell Me U Luv Me” entrambi con ottimi riff di chitarra ben eseguiti. Infine in “Can't die”, una sorta di testamento al contrario, si può intuire tutta la solitudine e disperazione di un talento che se ne è andato troppo presto.