Un anno e mezzo prima di sbancare con "Zombie" e NO NEED TO ARGUE, i Cranberries esordivano con quest’album meno irruente sul piano del sound e del messaggio dei testi ma dotato di una brillante, suggestiva genuinità non ancora sporcata dalla malizia legata allo stardom. Il successo del disco fu un po’ lento ma, alla fine, inesorabile; forte di singoli efficaci quali "Dreams" e "Linger", nonché di un’altra decina di ottime canzoni e della produzione di Stephen Street, EVERYBODY ELSE IS DOING IT... fa abbracciare il dream pop con il rock cosidetto alternativo (peraltro mai davvero impetuoso o spigoloso), aprendosi anche alle fantasie folk di quell’Irlanda che al quartetto aveva dato i natali.
Rimane nel complesso il più bel lascito della band del chitarrista Noel Hogan e della frontwoman Dolores O’Riordan, una delle icone femminili dei ’90, prematuramente scomparsa all’inizio del 2018.
Il testo qui sopra riprodotto è tratto, per gentile concessione dell'editore e degli autori, dal volume "Rock: 1000 dischi fondamentali. Più 100 dischi di culto” , curato da Eddy Cilia e Federico Guglielmi (con Carlo Bordone e Giancarlo Turra) , edito da Giunti nel 2019. Il libro è acquistabile qui.