Quando nel 1972 per produrre JENNIFER si scomoda nientemeno che John Cale la Warnes ha già due LP alle spalle, nessuno dei quali ha venduto granché. È un glorioso insuccesso pure il terzo e giunge allora davvero propizia la proposta di diventare corista per Leonard Cohen: sodalizio artistico e amicizia che dureranno fino alla scomparsa, nel 2016, del mentore, resistendo ai colpi più terribili: quelli della buona sorte. Lungo difatti l’elenco delle hit collezionate da Jennifer Warnes nell’ultimo quarto del XX secolo, nelle classifiche country come in quelle pop – spesso duetti tratti da colonne sonore, con Joe Cocker (il più celebre, per Ufficiale e gentiluomo) come con Chris Thompson o Bill Medley (il secondo numero 1 USA per la signora).
Ma sarà sempre il Canadese l’uomo più vicino alle corde vocali e artistiche di colei che è la migliore interprete che le sue canzoni abbiano mai avuto. Benedice questa raccolta di sue cover con una foto sul retro di copertina e un’apparizione in "Joan Of Arc" e chissà se fu soddisfatto o intimidito da versioni che sovente pareggiano gli originali e in almeno un caso – la traccia omonima, trafitta da archi struggenti – arrivano a farsi preferire. Stellare il parco musicisti coinvolti e basti citare Van Dyke Parks, Stevie Ray Vaughan, David Lindley, Bill Payne.
Il testo qui sopra riprodotto è tratto, per gentile concessione dell'editore e degli autori, dal volume "Rock: 1000 dischi fondamentali. Più 100 dischi di culto” , curato da Eddy Cilia e Federico Guglielmi (con Carlo Bordone e Giancarlo Turra) , edito da Giunti nel 2019. Il libro è acquistabile qui.