Quel che si dice uno “slow seller”... Consulti gli annali di “Billboard” e scopri sorpreso che, lungi dall’essere il successo travolgente che si è cementato in una falsa memoria collettiva, il primo album per la Atlantic del quintetto di Sydney arrestava la sua corsa nella graduatoria USA dei 33 giri a un modesto n.154. Eppure negli Stati Uniti è certificato doppio platino, il che significa almeno due milioni di copie vendute dacché nel luglio 1977 LET THERE BE ROCK raggiungeva i negozi americani oltre che quelli europei. Faranno in ogni caso parecchio meglio la raccolta HIGH VOLTAGE, la riedizione datata 1981 di DIRTY DEEDS DONE DIRT CHEAP e HIGHWAY TO HELL: rispettivamente tre, sei e sette i milioni di copie totalizzati sempre e solo oltre Atlantico (anche se, trattandosi di australiani, sarebbe più corretto dire oltre Pacifico). Per non parlare di BACK IN BLACK e del suo record pazzesco: ventidue i dischi di platino collezionati a oggi.
Classifiche e statistiche a parte, questo lavoro dal titolo biblico/programmatico resta la pietra d’angolo dell’edificio di una fama immensa. Già popolarissimi in patria (tre gli LP in curriculum), gli AC/DC non fallivano l’appuntamento con il primo lavoro concepito espressamente per i mercati europeo e statunitense. Hard granitico ma nel contempo dinamico il loro, venato di blues e di rock’n’roll e scandito da riff di fenomenale efficacia. Hanno scritto in fondo sempre la stessa canzone o al massimo le stesse due i fratelli (originari di Glasgow) Angus e Malcolm Young, ma almeno fino a BACK IN BLACK dell’80 (primo album con il nuovo cantante Brian Johnson, sostituto del defunto per troppo alcool Bon Scott) sarà lecito non farci caso. LET THERE BE ROCK è una parata di classici gioiosamente annichilente, dal brano omonimo a "Bad Boy Boogie", da "Problem Child" a "Hell Ain’t A Bad Place To Be" a (soprattutto) "Whole Lotta Rosie".
Il testo qui sopra riprodotto è tratto, per gentile concessione dell'editore e degli autori, dal volume "Rock: 1000 dischi fondamentali. Più 100 dischi di culto” , curato da Eddy Cilia e Federico Guglielmi (con Carlo Bordone e Giancarlo Turra) , edito da Giunti nel 2019. Il libro è acquistabile qui.