Colapesce e Dimartino sono la controparte di Tommaso Paradiso e Calcutta

Pop d'autore o cantautorato pop? Il loro album congiunto "I mortali" è già un piccolo cult. La recensione.

Recensione del 08 giu 2020 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10

Pop d'autore o cantautorato pop? Non sono proprio sinonimi. Pop d'autore è un'espressione fin troppo generica. Cosa può voler dire? Fondamentalmente, tutto il pop è d'autore, se non altro perché dietro a una canzone c'è sempre il lavoro di uno o più autori - okay, certe firme sono più prestigiose e più rispettabili di altre, ma questo è un altro discorso e non è il caso di affrontarlo in una recensione. Cantautorato pop, invece, rimanda a un'idea di cantautorato che pur non rinunciando ai contenuti e ai messaggi "profondi" e "nobili" di quello tradizionale guarda per melodie e suoni al pop. È una formula che si presta bene a descrivere "I mortali", l'album congiunto di Colapesce e Dimartino, frutto di un'operazione che ricorda le collaborazioni su disco di certi giganti della tradizione cantautorale italiana (una rarità, considerando che a parte lavori come "I Cani non sono i Pinguini non sono I Cani", lo slipt Ep di Niccolò Contessa con i Gazebo Penguins, di sodalizi del genere con protagonisti esponenti della nuova leva cantautorale italiana non ne vengono in mente parecchi).

A pensarci bene, i due cantautori siciliani rappresentano nel nuovo cantautorato italiano, quello del giro "indie", la controparte (positiva? negativa? dipende dai punti di vista) di Tommaso Paradiso e Calcutta: con dischi come "Un meraviglioso declino" e "Egomostro" (del primo) e "Cara maestra abbiamo perso" e "Sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile" (del secondo) sono diventati negli anni due punti di riferimento della scena, e quando l'indie è diventato un fenomeno mainstream (l'uno-due "Mainstream"-"Completamente sold out", tra il 2015 e il 2016) piuttosto che cedere alle tendenze del mercato hanno continuato a percorrere la loro strada, andando controcorrente (riempire i palasport e piazzare qualche tormentone in cima alle classifiche, evidentemente, non è tra le loro priorità). È proprio a certi colleghi che sembrano rivolgersi ne "Il prossimo semestre", il brano che apre il loro disco congiunto e che ne rappresenta per certi versi il manifesto: lì i due cantautori siciliani si divertono a raccontare tutti i luoghi comuni del nuovo (cant)autorato italiano, dalla tendenza a evitare temi scomodi ("E che faccio, parlo di migranti? Per carità, migranti no") alla necessità di piacere a tutti i costi "a una ragazza del 2000" (è il pubblico di riferimento dell'ItPop, quello al quale oggi si rivolge chi fino a quattro o cinque anni fa si esibiva sui palchi dei circoli Arci). Una parodia che suona come una contro-dichiarazione d'intenti, ma che nasconde anche un pizzico di sincerità.

Perché Colapesce e Dimartino sanno bene che il cantautorato stile Ciampi, Guccini o Claudio Lolli è démodé nella scena italiana del post-indie. Roba da sfigati. Ma piuttosto che guardare all'ItPop, nella loro coerenza musicale e stilistica preferiscono recuperare il cantautorato pop dei Baustelle, anello di congiunzione tra la scena indie degli Anni '90 e quella degli Anni Duemila, eredi a loro volta del Battiato pop - ma non per questo disimpegnato: tutt'altro - Anni '80. Gli echi della band toscana e del cantautore siciliano compaiono e ricompaiono qui e là nel corso del disco, da "Rosa e Olindo" (ispirata alla storia dei due coniugi ritenuti coinvolti nella strage di Erba) a "Adolescenza nera", passando per "Luna araba" (dedicata, come buona parte delle canzoni dell'album, alla loro Sicilia - c'è anche la conterranea Carmen Consoli), "Cicale" e "L'ultimo giorno" (ai cori c'è Adele Nigro, già frontwoman degli Any Other). Mischiandosi talvolta a produzioni più up-to-date: in "Parole d'acqua" c'è lo zampino di Frenetik&Orang3 e in "Majorana" quello di Mace, produttori già al fianco dei principali protagonisti della scena rap e urban italiana (gli altri brani sono stati invece prodotti da Federico Nardelli, Giordano Colombo e Mario Conte).

È così che tra melodie deliziosamente pop (le stesse "Rosa e Olindo" e "Luna araba" non avrebbero sfigurato sul palco dell'Ariston - i due avevano provato a partecipare con "Cicale", ma sono stati scartati) e atmosfere da Discoring che accompagnano testi che non scadono mai nel banale (più da cantastorie che da cantori della quotidianità - sullo sfondo c'è quasi sempre la Sicilia, della quale raccontano vizi e virtù), nella facile trovata o nelle trollate dell'ItPop (niente tachiprine 500, niente "love mio", niente vecchie che ballano: ), con "I mortali" Colapesce e Dimartino consolidano la loro posizione nella scena cantautorale contemporanea non allineata. Consegnando nelle mani dei suoi seguaci un disco che è già un piccolo cult.

Tracklist

01. Il prossimo semestre (02:55)
02. Rosa e Olindo (03:41)
03. Luna Araba (03:19)
04. Cicale (03:45)
05. Parole d'acqua (03:05)
06. Raramente (03:40)
07. L'ultimo giorno (03:52)
08. Noia mortale (03:46)
09. Adolescenza nera - prod. Mace (03:16)
10. Majorana (04:16)

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