di redazione Vinyl
Nella seconda metà degli anni Settanta, almeno fra i rocker e gli amanti di sonorità più chitarristiche, fra i dischi immancabili nella collezione c’era questo Roadhawks, ossia un best of che distillava il meglio della produzione degli Hawkwind del periodo 1970-75.
Un album compilation apparentemente semplice e banale, ma con otto pezzi di puro space rock – in ordine cronologico, uno solo live – che formano un team imbattibile, grazie a titoli del calibro di Silver Machine, Hurry On Sundown e Urban Guerrilla.
In alcuni brani, fra l’altro, è presente il compianto Lemmy Kilmister al basso, che fece parte della compagine fra il 1971 e il 1975.