I Pearl Jam narrano la resistenza a un mondo impazzito

"Gigaton" non riporterà la band ai fasti degli esordi, ma è un bel disco rock, più solido delle ultime uscite. L'ascolto del vinile dalla redazione di "Vinyl".

Recensione del 02 apr 2020

Voto 8/10

di redazione Vinyl

Ogni volta che esce un disco dei Pearl Jam c’è attesa e poi discussione: chi pensa che la band, grandiosa dal vivo, abbia perso lucidità in studio versus chi si entusiasma. Possiamo dirlo: gli ultimi due album sono invecchiati male, al di là di ogni possibile euforia iniziale: Backspacer e Lightning Bolt avevano qualche buona canzone, ma mostravano stanchezza compositiva in generale.

Per Gigaton la band ha cambiato metodo: un nuovo produttore, Josh Evans, e un lavoro più “di studio”. La band sperimenta, e parecchio, in Dance Of The Clairvoyants, che ricorda il funk-rock dei Talking Heads. E nelle altre 11 canzoni passa dal rock, al punk alle ballate acustiche, citando Led Zeppelin, Queen e Who.

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Tracklist

01. Who Ever Said (05:11)
02. Superblood Wolfmoon (03:49)
03. Dance Of The Clairvoyants (04:25)
04. Quick Escape (04:46)
05. Alright (03:43)
06. Seven O'Clock (06:14)
07. Never Destination (04:17)
08. Take The Long Way (03:41)
09. Buckle Up (03:36)
10. Comes Then Goes (06:02)
11. Retrograde (05:22)
12. River Cross (05:54)

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