Se vogliamo trovare le radici della musica urban, il macrogenere che mette insieme r&b e hip-hop e che oggi rappresenta di fatto il pop contemporaneo, dobbiamo inevitabilmente considerare anche “Raw Like Sushi” l'esordio del 1989 di Neneh Cherry.
L'occasione di riascoltarlo ci viene data dall'edizione Deluxe - 30th Anniversary uscita qualche giorno fa che contiene oltre al disco originale rimasterizzato a Abbey Road, due dischi contenenti vari remix dei singolo e un booklet di 45 pagine ricco di foto, nuove interviste, note bio-discografiche e memorabilia varie.
Siano nel 1989 e Londra è ancora quel crocevia di culture, suoni e nuove sensazioni, che mettono insieme il pop con quel che è rimasto del punk e la nuova scena dance dei club, reinterpretando e rimescolando la cultura hip-hop che arriva dagli States. Neneh Cherry, figlia adottiva del jazzista Don Cherry, che aveva già collaborato con vari gruppi punk e new wave come i Rip Rig & Panic, era la perfetta figlia del suo tempo con la voglia di lasciare un segno sia nella musica che nei contenuti.
“Raw like sushi” ancora oggi, grazie all'ottimo re-master, suona sempre attuale ed eccitante come allora: quando fu pubblicato per la prima volta, l'allora venticinquenne Cherry fu acclamata come una visionaria per mescolare le varie influenze con un atteggiamento sfrontato e determinato che oggi le giovani pop star danno per scontato.
“Buffalo Stance” è invecchiato magnificamente ed è ancora oggi elettrizzante a partire da quell'intro impertinente e i vari remix (tra cui un inedito del dj Kevin Saunderson) non fanno altro che dare più valore all'originale. La meravigliosa “Manchild”, scritta e prodotta da Robert "3D" Del Naja dei Massive Attack, suona al tempo stesso nostalgico e futuristico. “The Next Generation” con quell'atmosfera da jazz freestyle (magari merito dell'influenza di padre Don) suona ancora vibrante e se è vero che negli ultimi tempi le cose più interessanti del rap arrivano dalle donne e in particolar modo quelle inglesi (Little Simz, MEI), allora il seme di tutto questo è contenuto in canzoni come “So Here I Come”.
Come già detto in precedenza, i due dischi di remix non aggiungono più di tanto alle edizioni originali - mentre faranno la gioia dei fan completisti e dei dj. Però c'è da notare come il coinvolgimento di diversi deejay e operanti in vari generi - gli Smith & Mighty nel trip hop, la techno di Saunderson e l'hip-hop del Dynamik Duo - confermi la grande versatilità delle canzoni della Cherry e di questo disco.
Casualità della sorte o, forse, per il gioco della continuità della specie, la ristampa del 30° anniversario del album di debutto di Neneh Cherry coincide con quello della figlia Mabel: il disco, prodotto dal padre Cameron McVey (peraltro già coautore di gran parte delle canzoni di “Raw Like Sushi”) disco pop gradevole ma non dirompente come quello della allora venticinquenne mamma.