"Momentum": i Calibro 35 con suoni contemporanei senza dimenticare le origini

Decimo disco della band milanese che porta con un po' di novità come l'uso di synth e un po' di elettronica, l'introduzione delle voci di rapper e un sostanziale avvicinamento a suoni più black.

Recensione del 29 gen 2020 a cura di Michele Boroni

Voto 7/10

Dopo dodici anni di onorata carriera e un'infinità di collaborazioni collaterali soliste e non, era evidente che i Calibro 35 non volessero essere più quei “bravi musicisti che fanno le colonne sonore dei poliziotteschi anni 70 e sci-fi”. Con gli ultimi due enciclopedici dischi “Space” e “Decade”, la band milanese ha di fatto esaurito questa fase, per iniziarne una nuova, legata più alla contemporaneità, senza tuttavia dimenticare i suoni e le glorie del passato. 
“Momentum” già dal nome esprime una sorta di manifesto programmatico per questa loro decima opera: se da una parte c'è un ritorno al passato – il disco è stato inciso nello stesso studio di registrazione dove tutto è cominciato ben dodici anni fa (Laboratori TestOne) - dall'altra pone una serie di importanti innovazioni sull'impostazione e sul suono: l’introduzione di synth e suoni elettronici e su, due brani,  per la prima volta una parte vocale. Partiamo quindi da qui. 

Dopo l'utilizzo di loro sample da giganti dell'hip-hop come Dr.Dre e Jay-Z, i Calibro hanno capito che quello era il playground su cui potevano giocare e vincere, e quindi hanno deciso di usare dei rapper anglofoni come compagni di viaggio per questo primo esperimento. “Stan Lee” il singolo uscito un paio di mesi fa, con il rapper di Detroit Illa J., fratello di J. Dilla, mette insieme il soul-funk con stacchi lounge, mentre “Black Moon”, che ha il featuring della londinese Mercy Welbeck, in arte Mia, che si piega efficacemente allo stile del Calibro 35. Missione riuscita, quindi. Sarebbe stato strepitoso se ci fossero state altre collaborazioni di questo tipo, ma comprendiamo che non è facile trovare interpreti e approcci  di questo livello qualitativo. E poi si trattava di un esperimento, quindi è corretto andare per piccoli passi. 
Il resto del disco, mette insieme le suggestioni cinematiche del passato (“Tom Down”, “4x4”) con atmosfere trip-hop (l'iniziale “Glory -Fake-Nation”), un certo post-rock à la Tortoise (“Death of Storytelling”) e il jazz cosmico mescolato con il drum'n'bass.  (“Thunderstorms And Data”).
Insomma, un disco ricco dove si sposano le varie anime e gusti di Cavina, Colliva, Gabrielli, Martellotta e Rondanini, con una predilezione per la black music. Se dobbiamo trovare un elemento che predomina sugli altri, è sicuramente il potente drumming di Fabio Rondanini che fa da comune denominatore. Quindi gli appassionati della band della prima ora non si allarmino, perché si tratta sempre dei Calibro 35, magari con una visione più allargata. Tuttavia l'idea della band milanese come i nuovi BADBADNOTGOOD o The Roots ci sollecita non poco, anche perché, non solo sono all'altezza, ma hanno le carte per superarli sul loro stesso campo da gioco. 

Tracklist

01. Glory-Fake-Nation (03:26)
02. Stan Lee (feat. Illa J) (03:33)
03. Death of Storytelling (03:36)
04. Automata (03:45)
05. Tom Down (04:22)
06. Thunderstorms and Data (03:56)
07. Black Moon (feat. MEI) (03:53)
08. Fail It Till You Make It (03:12)
09. 4x4 (04:50)
10. One Nation Under a Format (03:44)

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