“Pony”, il lato oscuro del successo per Rex Orange County

Terzo disco per l'inglese Alex O’Connor, meglio conosciuto come Rex Orange County. Un lavoro molto atteso dopo il successo anche in USA. Un disco di transizione, meno brillante musicalmente, più semplice e dai testi meno ironici, ma sempre interessante.

Recensione del 19 nov 2019 a cura di Michele Boroni

Voto 7/10

Il successo tanto rincorso e agognato, insieme a fama e a denaro porta con sé anche delusioni, false amicizie e momenti difficili: sono storie e argomenti che ricorrono spesso al secondo o terzo disco di giovani artisti alla scoperta dell'altra faccia della vetta conquistata.
E così anche l'inglese Rex Orange County, al secolo Alex O’Connor, con questo “Pony” sposta l'ambito rispetto ai suoi due precedenti dischi che raccontavano da storie d'amore adolescenziale di provincia tra volgarità, ironia e dolorosa sincerità, alla vita di chi vive la lontananza, i rapporti tossici e tanta ipocrisia. 

La parte musicale però non cambia molto: siamo sempre di fronte a un pop sofisticato e leggermente alternativo, molto vicino a quello di Mac De Marco, ma che pesca anche da Stevie Wonder e Randy Newman (con cui ha cantato in duetto “You've got a friend in me” per Toy Story 4), magari manca quella sofisticatezza che metteva insieme il soul, il gusto della canzone pop classica di qualità e atmosfere contemporanea che nel 2017 fecero innamorare Tyler, The Creator chiamandolo al suo fianco per “Flower boy”.
“Pony” è il suo disco musicalmente più infantile, basato molto su synth e piano con parecchi innesti di fiati jazz e orchestrali che lo rende originale e classico al tempo stesso. 

Forse questa sua pronunciata semplicità e innocenza sonora è anche un modo per rimarcare che lui è rimasto il ragazzo della “cameretta” e che i successi clamorosi di Glastonbury, i tour Lollapallooza e gli accordi con Disney in fondo non lo hanno cambiato, che lui è sempre il ragazzo di 21 anni che oggi dovrebbe fare l'università. 
Lo racconta nel malinconico singolo “10/10”  («And I can’t wait to be home again / I had a year that nearly sent me off the edge» o «I'll give myself a little credit since I dealt with all the pain / Yeah, I turned superhero I'm comin' in Bruce Wayne») e in “Always” per cui il desiderio, puerile ma necessario, è sedersi con un amico vero per raccontare cosa sta succedendo attorno a lui. In “Laser Lights” quasi rappato si sentono molto le influenze di Frank Ocean come pure nell'altro singolo “Pluto Projector” tra lo stile liquido e orchestrale; “Never had the balls” è sicuramente il pezzo più pop, mentre “Every way” trasuda Randy Newman da ogni nota.

Ritroviamo il Rex Orange County più sperimentatore pop in “It gets better”, traccia più frizzante e variegata del disco che sarà apprezzata dai fan del precedente “Apricot Princess” del 2017. Non ci resta che aspettarlo dal vivo, il 15 marzo a Milano nell'unica data italiana. 

Tracklist

01. 10/10 (02:26)
02. Always (03:17)
03. Laser Lights (02:11)
04. Face To Face (03:39)
05. Stressed Out (01:45)
06. Never Had The Balls (03:56)
07. Pluto Projector (04:27)
08. Every Way (02:13)
09. It Gets Better (03:32)
10. It's Not The Same Anymore (06:26)

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