La scena cantautorale romana è più viva che mai. Anche ora che i suoi maggiori esponenti sono di fatto diventati le nuove star del pop (citofonare Paradiso e D'Erme). Così, dopo "Troppofrote" dei Viito, "Togliatti boulevard" di Clavdio, "La vita veramente" di Fulminacci e "Jugoslavija" di Giovane Giovane, tutti progetti diversissimi tra loro ma legati da quel comune denominatore che qualcuno ha ribattezzato "Roman Pop", ora arriva "Siamo stati l'America", disco d'esordio del giovanissimo Cannella (vero nome Enrico Fiore, classe 1995), nuova promessa del cantautorap capitolino.
Lo stile può ricordare quello di Ultimo. E non solo perché con il collega di San Basilio Cannella condivide tutto il team di lavoro. Semplicemente perché a Roma si respira parecchio l'aria di questa nuova scena e anche inconsciamente si finisce per influenzarsi a vicenda. Però a differenza di Ultimo, Cannella punta su suoni meno tradizionali : in "Campo felice" gioca a fare il Bon Iver di Roma est, in "Chiara" e "Venerdì (Live sul GRA)" (dove GRA sta per Grande Raccordo Anulare, l'anello stradale che circonda la Capitale, quello citato da Guzzanti nella sua parodia di Venditti) strizza l'occhio ai primi Coldplay, tra i punti di riferimento della generazione degli anni '90. E per una ballata come "Nei miei ricordi" - presentata alle selezioni di Sanremo Giovani - ci sono almeno un paio di pezzi dal sound più dritto, tutto synth e tastiere, come "Siamo stati l'America" e "Maggio".
Al contrario di quel che si possa immaginare leggendo il titolo del disco, in questa manciata di canzoni non c'è niente di sociale, se per sociale si intende una qualche forma di impegno. L'America di Cannella è semplicemente la metafora di un amore tormentato: "L'amore non è altro che una guerra e noi siamo stati l'America, la nazione guerrafondaia per eccellenza", spiega il cantautore riferendosi alla ragazza che ha ispirato il disco. D'altronde, non è una novità che nelle canzoni del nuovo cantautorato ci sia poco spazio per l'impegno - o magari è semplicemente cambiato il modo di intendere l'impegno nelle canzoni. Quello che fa Cannella è raccontare storie quotidiane senza avere la pretesa di salire in cattedra e senza giudicare, descrivendo semplicemente le cose che gli girano intorno. E gli riesce bene.