"Balliamo sotto i neon vicino a una spiaggia / tu ascolti i Pixies mentre io scrivo canzoni leggere". L'essenza di "Afrodite", a pensarci bene, sta tutta nei primi versi di "Giorni buoni", non a caso scelto come primo singolo del disco: ispirazioni della migliore tradizione dei cantautori italiani si fondono con un'attitudine più contemporanea e lo sguardo fisso sul presente. Da un lato Battisti e Battiato (i "temporali estivi" sono una citazione di "Campane tibetane"?), dall'altro i Phoenix e i Tame Impala, con quei sintetizzatori vorticosi e le chitarre effettate. A distanza di quattro anni dal suo ultimo disco solista, "Un paese ci vuole", "Afrodite" segna un notevole scatto in avanti di Dimartino, che qui si aggiorna ma senza perdere i suoi punti di riferimento.
Il folk dei primi dischi lascia qui spazio ad un gusto per l'elettronica piuttosto marcato, a suoni più frizzanti, "pop" - nell'accezione più positiva del termine, che guardano tanto agli ultimi anni '70 di Battisti ("Giorni buoni" sembra nascondere nell'arrangiamento diverse citazioni di "Amarsi un po'"), Battiato e Dalla quanto agli anni Duemiladieci di Tame Impala, MGMT e M83.
Dimartino ritrae il presente con piccoli flash, istantanee piuttosto efficaci: la voce di Mentana nel silenzio di un condominio ("Liberaci dal male"), lo Stato che chiude l'amore in un decreto ministeriale ("Feste comandate"), le sale bingo piene di disperati ("La luna e il bingo"). Scava nella parte più scura del nostro tempo, cercando però di trovare sempre una scintilla di luce: "Perché sono giorni buoni / fatti di ore crudeli", come canta in "Giorni buoni". Nell'approccio ricorda un po' il Battiato degli anni '80, anche se nel cantautore siciliano il giudizio sul presente era spietato e brutale, e lasciava ben poco spazio all'ottimismo ("Spero che ritorni presto l'Era del Cinghiale Bianco", sentenziava piuttosto Battiato).
Se il 2017 è stato l'anno della definitiva conferma di Brunori Sas (con quel gioiellino che è "A casa tutti bene") e il 2018 è stato l'anno di Motta, il 2019 potrebbe essere l'anno di Dimartino: con "Afrodite" prova a ritagliarsi un posto di rilievo nella nuova scena cantautorale italiana e ha tutte le carte in regola per riuscirci.