La sorpresa Dimartino

Il nuovo album segna un notevole scatto in avanti del cantautore siciliano, che qui si aggiorna ma senza perdere i suoi punti di riferimento. La recensione.

Recensione del 29 gen 2019 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10

"Balliamo sotto i neon vicino a una spiaggia / tu ascolti i Pixies mentre io scrivo canzoni leggere". L'essenza di "Afrodite", a pensarci bene, sta tutta nei primi versi di "Giorni buoni", non a caso scelto come primo singolo del disco: ispirazioni della migliore tradizione dei cantautori italiani si fondono con un'attitudine più contemporanea e lo sguardo fisso sul presente. Da un lato Battisti e Battiato (i "temporali estivi" sono una citazione di "Campane tibetane"?), dall'altro i Phoenix e i Tame Impala, con quei sintetizzatori vorticosi e le chitarre effettate. A distanza di quattro anni dal suo ultimo disco solista, "Un paese ci vuole", "Afrodite" segna un notevole scatto in avanti di Dimartino, che qui si aggiorna ma senza perdere i suoi punti di riferimento.

Lo scatto in avanti è legato per lo più ad un lavoro di produzione e cura delle canzoni che non ha precedenti nella carriera del cantautore siciliano : al suo fianco, stavolta, troviamo Matteo Cantaluppi, che dopo aver contribuito a svecchiare il suono dei Thegiornalisti (c'è il suo zampino dietro a "Fuoricampo" e "Completamente sold out", gli album della svolta "pop" del trio romano), prova ora a ripetere la stessa operazione con Dimartino, aiutandolo ad esplorare nuovi mondi musicali.

Il folk dei primi dischi lascia qui spazio ad un gusto per l'elettronica piuttosto marcato, a suoni più frizzanti, "pop" - nell'accezione più positiva del termine, che guardano tanto agli ultimi anni '70 di Battisti ("Giorni buoni" sembra nascondere nell'arrangiamento diverse citazioni di "Amarsi un po'"), Battiato e Dalla quanto agli anni Duemiladieci di Tame Impala, MGMT e M83.

Dimartino ritrae il presente con piccoli flash, istantanee piuttosto efficaci: la voce di Mentana nel silenzio di un condominio ("Liberaci dal male"), lo Stato che chiude l'amore in un decreto ministeriale ("Feste comandate"), le sale bingo piene di disperati ("La luna e il bingo"). Scava nella parte più scura del nostro tempo, cercando però di trovare sempre una scintilla di luce: "Perché sono giorni buoni / fatti di ore crudeli", come canta in "Giorni buoni". Nell'approccio ricorda un po' il Battiato degli anni '80, anche se nel cantautore siciliano il giudizio sul presente era spietato e brutale, e lasciava ben poco spazio all'ottimismo ("Spero che ritorni presto l'Era del Cinghiale Bianco", sentenziava piuttosto Battiato).

Se il 2017 è stato l'anno della definitiva conferma di Brunori Sas (con quel gioiellino che è "A casa tutti bene") e il 2018 è stato l'anno di Motta, il 2019 potrebbe essere l'anno di Dimartino: con "Afrodite" prova a ritagliarsi un posto di rilievo nella nuova scena cantautorale italiana e ha tutte le carte in regola per riuscirci.

Tracklist

01. Giorni buoni (03:59)
02. Due personaggi (03:37)
03. Cuoreintero (03:43)
04. Pesce d'aprile (03:33)
05. Feste comandate (04:45)
06. Ci diamo un bacio (03:32)
07. Liberaci dal male (04:13)
08. La luna e il bingo (03:21)
09. I ruoli (03:11)
10. Daniela balla la samba (03:42)

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