Questo disco si chiama “Emoranger” perché questo è il nome del profilo Instagram da cui è nato tutto quel che riguarda Generic Animal.
Sul taglio personale per non dire quasi intimo di questo lavoro direi che c’è poco da aggiungere; forse solo che…
… anche se so che è il secondo, in realtà lo considero il mio primo vero disco. Sono i miei primi veri testi in italiano. Parlano di me. Di tante cose che mi riguardano, dalle scarpe sbagliate al perdere qualcosa o qualcuno. Zollo ci ha creduto tanto e ci ha creduto da subito. Abbiamo cominciato con dei provini e piano abbiamo plasmato il tutto fino a poi creare un disco intero.
Mettendo ordine: “Emoranger” è il secondo disco firmato Generic Animal, al secolo Luca Galizia, giovane cantautore classe 1995 il cui esordio ufficiale, l’omonimo “Generic Animal”, risale a pochi mesi fa; otto pezzi prodotti da Marco Giudici e Adele Nigro (Any Other) e i cui testi furono stesi in collaborazione con Jacopo Lietti dei Fine Before You Came. Un lavoro a cavallo tra indie e pop, dai tratti molto delicati e dai riflessi sintetici.
Pochi mesi dopo di quel “Generic Animal” resta intatta sostanzialmente la ragione sociale e la tendenza ad un pop soffuso che però in “Emoranger” prende definitivamente la via elettronica. Una piccola svolta che conta nove pezzi, prodotti e registrati in casa da Zollo, che presentano un Galizia più spigliato e votato ad una leggerezza che si incarna dunque in un pop necessariamente immediato e minimale data la sua natura home made, dall’incedere come sempre compassato. A metà strada (attenzione) tra il Frah Quintale più fresco e un James Blake in versione casalinga, “Emoranger” è un disco frutto di un preciso impulso comunicativo, la necessità cioè di voler raccontare qualcosa di sé ma senza condizionamenti di sorta e nel modo più genuino possibile.