5 Seconds of Summer - YOUNGBLOOD - la recensione

Dall'uscita di "5SOS" sono passati quattro anni, tre da quella di "Sounds good feels good". I 5 Seconds of Summer non sono più dei ragazzini: il percussionista Ashton Irwin ha 24 anni, il chitarrista Michael Clifford ne ha 25, Luke Hemmings e Calum Hood ne hanno 22. Con il nuovo album, "Youngblood", i quattro componenti del gruppo australiano raccontano proprio la loro crescita.

Dopo più di cinque anni trascorsi tra la registrazione e i concerti dei due album precedenti, i 5 Seconds of Summer si sono trasferiti dall'Australia a Los Angeles per trovare nuovi collaboratori e nuove idee. Buona parte di "Youngblood" è stata scritta e registrata con Carl and Rami, team svedese di produttori e autori che in passato ha collaborato anche con Nicki Minaj e Madonna. Ma tra i collaboratori del gruppo ci sono anche Andrew Watt e Ali Tamposi (Camila Cabello), il musicista e produttore Mike Elizondo (Dr. Dre, Eminem, Fiona Apple), Noah Passovoy (Maroon 5), J Kash (Maroon 5, Charlie Puth), Asia Whitacre (Zedd) e Andre Goldstein (Linkin Park, Simple Plan).

Il disco è stato anticipato dal singolo "Want you back" e dalla title track "Youngblood": basta ascoltare queste due tracce per farsi un'idea più o meno generale del sound e delle atmosfere dell'album, che rispetto ai due precedenti guarda più verso suoni dance-pop e EDM.

I 5 Seconds of Summer perimentano nuovi parametri musicali, mantenendo però ferme le loro radici e il loro sound (quel mix di pop e punk che strizza l'occhio ai Blink-182, agli All Time Low, ai Green Day e che sin dagli esordi li ha resi una band sì per ragazzine, ma "alternativa" rispetto alle altre in circolazione).