Disco d'esordio per il duo piemontese formato dal cantautore Federico Molisina e dal producer Dario Messina. Nove pezzi synth pop dal tocco piemontese.
Le canzoni di “Totocaos” sono il frutto di più anni di scrittura. Alcune canzoni c’erano già da tempo, altre sono nate nel corso degli ultimi mesi. “Totocaos” è una scommessa. Una scommessa sul caos appunto, su tutto ciò che non può essere pronosticabile. È ciò che affrontiamo ogni giorno. È un disco “domestico”. Un po’ perché fatto in casa, sempre solo in due. Un po’ perché si concentra sul “ritorno a casa”, quello dopo una giornata qualsiasi, quello dopo una vacanza, quello dopo anni passati fuori, al freddo, tra la fine della prima e l’inizio di una seconda adolescenza. Vogliamo tornare a casa: riscoprire il tepore delle cose semplici e rassicuranti, anche se siamo ancora attratti dalla sfida del freddo. “Totocaos” parla di fughe, giudizi e contro-giudizi, malesseri e medicine. Confida nella ricerca di abitudini. Abitudini che perdono utilità troppo presto e spera nel ritorno alla libertà del caos, della natura e dei suoi rapimenti.
“Lince” profuma un po’ di Calcutta, però più synth pop, e in tutto il resto c’è aria (poco più di un soffio) di Stato Sociale e Thegiornalisti ma, del resto, questo è il linguaggio indie e pop di oggi. O no? Ecco quindi che i Mala, al secolo Federico Molisina e Dario Messina, torinesi, rispettivamente cantautore e producer, hanno deciso di unire le forze nel progetto Mala proprio con l’obiettivo di unire al lato cantautorale (Molisina) uno spirito più esplicitamente pop e sintetico (Messina) per giocarsela in un campionato piuttosto duro come quello appunto in cui militano compagini del calibro di quelle indicate qui sopra.
Il risultato sono questi nove pezzi dalla grande ascoltabilità, i cui testi sono interamente opera di Federico Molisina mentre le musiche sono del duo Messina/Molisina. Il disco poi è stato prodotto, registrato e mixato dallo stesso Dario Messina e masterizzato da Tommy Bianchi al White Sound Mastering Studio. Basta ascoltare pezzi come “Asterischi”, ballata post moderna dalle venature 8 bit, o l’ariosa “Islanda” e il tributo agli anni Ottanta “Fili rossi” per farsi un’idea piuttosto precisa di che cosa sono capaci i Mala. Un disco figlio dei nostri tempi, con un tocco di eleganza e un’essenzialità tutta sabauda... anche quando si parla di "Sicilia".
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