Questo disco, proprio come il precedente, è stato scritto di getto. Nel gennaio dell'anno scorso ho subito il furto del computer che conteneva alcuni provini ai quali stavo lavorando. Ho perso tutto, ma quando finalmente ho potuto ritornare in studio con un laptop nuovo, in meno di un mese avevo già scritto dieci pezzi, le stesse tracce che ora compongono il disco! Probabilmente per la frustrazione accumulata... Sono molto soddisfatto di questo lavoro, credo e spero che questi pezzi trasudino tutto il divertimento che ho provato scrivendoli e producendoli. Per questo non vedo l'ora di suonarli live in modo da portare finalmente queste canzoni nel loro ambiente naturale e godere vedendo la gente ascoltare e ballare ciò che ho preparato per loro in questi lunghi mesi di studio.”
Quando Bruno Belissimo, all’anagrafe Giorgetto Maccarinelli, produttore e polistrumentista Italo-Canadese noto per la militanza nei Low Frequency Club e con già all’attivo un disco come solista uscito nel 2016, dice che i pezzi di questo “Ghetto falsetto” non vede l’ora di suonarli live… è perché questi pezzi, come del resto tutto quello uscito dalla sua penna fino ad oggi, nascono precisamente per essere portati e vissuti sul palco. Ballati, ancora più precisamente.
“Ghetto falsetto” arriva a un paio d’anni da “Bruno Belissimo”, album chiamato ai tempi a fissare il canone di un artista che ha fatto dell’esplorazione e della rivisitazione in chiave moderna dell’italo disco la sua raison d’être. Bassista di grande talento, Belissimo ha quindi necessariamente messo al centro della sua produzione solista un grande lavoro fatto sui suoni e sulla ritmica con l’intenzione di aggiornare un genere, l’italo disco appunto, al mondo sonoro di oggi esteticamente più votato all’elettronica. Ecco quindi che echi funk e arrangiamenti a colpi di sax vanno ad integrare quello che a tutti gli effetti è una base sintetica costante e sempre molto hot. Undici i pezzi in scaletta, tutti votati ad un minimalismo sempre molto pulito anche quando al sound si integrano campioni ad hoc o linee vocali, songwriting e produzione che premiano effettivamente la componente ritmica giusto per non dimenticar emai che questi pezzi nascono prima di tutto con l’intenzione di far ballare, anche quando l’atmosfera si fa più soffusa, vedi l’esotica “La pampa austral”, pezzo da pantaloni glitterati a campana e neon fumosi, o la strepitosa “Boloña Baleárica”, due pezzi che rappresentano perfettamente lo scarto con il passato e proiettano Belissimo in un futuro molto interessante.
Mixato da Marco Caldera al Glashaus Studio di Bologna, “Ghetto falsetto” è stato masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Studio di Faenza. Un ottimo lavoro del producer Italo-Canadese: conciso, consistente, caldo. Un’opera di neo modernariato disco dal fascino d’altri tempi. Del resto, come scrivevo ai tempi di “Bruno Belissimo”… Bruno ha sempre gusto, stile, presenza, tecnica e tantissime buone idee. Ecco: confermo tutto.