Nella vita, molto spesso, è difficile essere sé stessi senza dare completamente in pasto la propria intimità al mondo circostante. La paura di scoprirsi troppo porta a schermarci attraverso maschere sociali, abitudini e comportamenti che a volte neanche ci rispecchiano, in una lotta perpetua contro di noi nel tentativo di difendere quello che realmente siamo ma che non vogliamo appaia per paura di ferire e ferirci.
I Cucineremo Ciambelle, band il cui nome è sufficientemente un programma, sono un trio romagnolo nato a Rimini nel 2015, a quanto pare in gelateria.
I tre CuCi, band la cui abbreviazione è sufficientemente un programma, decidono di investire il loro tempo - davanti ad un cono o a una coppetta? chi può dirlo - in quella che nei programmi vuole essere una rock band che pesca dall’emo e dal math per deviare poi verso lidi più esplicitamente e melodicamente pop per produrre pezzi cantati in italiano, dal piglio fortemente introspettivo. Un modo tutto personale di interpretare dunque il pop, talmente personale da meritarsi addirittura un nome che, va da se… è sufficientemente un programma: .pop affettuoso. Ora, gli affettuosissimi Cucineremo Ciambelle, mettendo da parte i giochetti per un attimo, sono una band più che degna di nota, e i dieci pezzi di questo album ne sono una valida testimonianza.
"Fingere di essere ciò che si è" vuole rappresentare nel modo più sincero questa frammentazione quotidiana dell’io, rendendosi sfogo e racconto allo stesso tempo, attraverso dieci piccoli spaccati di provincia autobiografici e frutto di semplici esperienze di amore a amicizia.
Non è un caso che il video di “Spettro”, davvero molto carino, ben diretto e fotografato, altro non sia che la soggettiva di quello che a tutti gli effetti sembra essere un ricordo. Un ricordo sfocato, anamorfico, costretto in un formato che lo stringe quasi a volerlo comprimere per non farlo sfuggire troppo presto. Un modo di vedere una canzone che traduce in immagini quello che è effettivamente il mood dell’intero disco, dieci pezzi caldi e accoglienti come solo il pop sa essere, ma quasi sfuggevoli nel loro essere metodicamente math rock nella forma (le ritmiche sono quelle), pezzi che quindi confermano le premesse di cui sopra, registrati a Rimini nell'estate 2017, mixati e masterizzati a Blaine (Minnesota) da Gregory Lindholm al The Warming House Studio e prodotti da Cucineremo Ciambelle e V4V-Records, etichetta che si sta confermando come uno dei punti fermi della nuova scena alternativa italiana di oggi.
E se dell’opening “Spettro” qualcosa ho già detto, quello che resta da segnalare è la presenza di Bart dei Cosmetic (band di cui sono un fan piuttosto dichiarato) nella conclusiva “Seppelliscimi”, e, infine, i pezzi che più ho apprezzato, vale a dire l’uptempo “Profeta”, la ballad “Anatema” e la frenetica “Entomologo” (arrangiato davvero molto bene), tre episodi che presentano perfettamente il potere di un trio (ebbene si) che ha idee, sa scrivere, suonare, e ha una personalità ben definita. Tutto quello che chiedo ad un esordio. E il fatto che il tutto sia cantato in italiano me li fa piacere ancora di più.
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