Hole - CELEBRITY SKIN - la recensione

Recensione del 16 set 1998

"L’americano medio compra un disco all’anno, e non puoi essere troppo sofisticato per rivolgerti a un pubblico come quello". (Courtney Love)

Be’, non vi basta, come recensione? Cos’altro volete sapere? Com’è il disco? Il disco è il figlio di quella frase, e quindi non è un disco troppo sofisticato, anzi, è il disco perfetto per l’americano medio. Del resto, che Courtney Love insegua il successo di massa da una vita non è un mistero per nessuno: che il suo obiettivo (narcisista o meno) possa essere quello di rappresentare al meglio l’icona di una "alternative Madonna" non deve stupire più di tanto. E’ una questione di contraddizioni insite nel sistema: "Celebrity skin" canta disilluso di successo e dolore, di fama e prigione, di effetti distorti della celebrità per bocca di una che per il successo ha fatto e farebbe (quasi) di tutto. E allora? Allora niente, l’importante è sopravvivere e buttarsi dietro la schiena fardelli troppo pesanti da celebrare e ricordare ogni singolo giorno. "Celebrity skin" è figlio di quella normalità allucinata, in questo senso tipicamente americana, che tradotta in un nome e cognome risponde a Billy Corgan degli Smashing Pumpkins (che firma cinque canzoni, ma a giudicare dal suono del disco sembra aver speso più di qualche consiglio): è un album terribile e violento nei testi, ma ascoltandone le canzoni non lo diresti mai. L’ex-hardcore guitar band si è ora trasformata in un impasto perfetto tra Pumpkins, l’intenzione vocale di Chrissie Hynde e i suoi Pretenders, qualche rullata e progressione grunge (tenuta ben sullo sfondo) in stile Nirvana e un inquietante effetto Go Go’s (sì, proprio quelle di Belinda Carlisle, chi glielo avrebbe mai detto?!) nei cantati corali. Vi fa schifo il paragone? Anche a me, ma ascoltate "Malibu" e "Heaven tonight" e poi ne riparliamo. "Celebrity skin" è il titolo perfetto per un disco che del rock si vende soltanto la pelle, il perfetto equivalente di un’attrice hollywoodiana che vuole tutti i riflettori su di sé. E’ piacevole, pronto per essere consumato ovunque, pop-rock pret-a-porter dai testi avvelenati. "Give me a reason to be beautiful", canta Courtney nell’album, ma intanto sembra pensare solo alla beautiness delle classifiche.

Track list

  • Celebrity skin
  • Awful
  • Hit so hard
  • Malibu
  • Reasons to be beautiful
  • Dying
  • Use once & destroy
  • Northern star
  • Boys on the radio
  • Heaven tonight
  • Playing your song
  • Petals

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