«HAWAII ZOMBIE
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Hawaii Zombie»
la recensione di Rockol
Hawaii Zombie: leggi qui la recensione del nuovo EP
Un sound attinto dai sotterranei del brit pop si fonde a un approccio dalle tinte lo-fi, proponendo un genere che loro stessi definiscono bubblegum punk.
Gli Hawaii Zombies nascono a Milano nel 2016 da un’idea di Gianluca Vulpio (voce e chitarra) e Clemente Sardi (basso) a cui si uniscono poco dopo Danila Guglielmi (batteria) e Giulia Biamino (chitarra e voce). Dalle prime prove in un garage in zona China Town, gli Hawaii Zombie escono con due pezzi “Dark side of the nerd moon” e “Zebrahead” che finiranno nell’EP d’esordio, questo omonimo “Hawaii Zombie” registrato e prodotto a Menaggio (CO) nello studio di registrazione Julio’s basement di Julio Speziali (Push Button Gently) e pubblicato per Uma Records.
Pariamo di Punk, di Hardcore, Indie Rock e Brit Pop. Alcune influenze dichiarate: Pavement, Hüsker Dü, Dinosaur jr. E Nada Surf. Alcune non dichiarate. I Vaccines, almeno per quanto riguarda l’attitudine power pop portata avanti a colpi di chitarre e bei riff. Quello degli Hawaii Zombie è un sound piacevole, appiccicoso e colorato, un sound che non a caso la band stessa ha definito bubblegum punk:
l’Ep è di piacevole ascolto, ballabile, colorato, divertente, come masticare un big bubble ma del gusto sbagliato perché avevano finito quelli alla vaniglia e fragola
Sei i pezzi in scaletta, scritti interamente dalla band. Sei pezzi che viaggiano sicuri e spigliati, in cui l’approccio che ad un primo sguardo potrebbe sembrare solamente Brit Pop (melodia, ritmica, arrangiamento) lascia spazio quasi subito ad un gioco di rimandi molto più interessante. Le porte del mondo DIY si sono aperte e gli Hawaii Zombie con questo EP dimostrano di avere già le idee piuttosto chiare su dove dirigersi. Oltre ai due singoli già citati, si segnalano la Bobmouldiana “You writer you”, pezzo sorprendente e dal forte sapore anni Novanta, e la conclusiva “Blue is turning grey”, dove la vena scanzonata del gruppo (un plus in generale) lascia spazio ad una malinconia tagliente stile Replacements, chiudendo i conti di quello che effettivamente è un buonissimo EP d’esordio.
Un disco sincero, bello da ascoltare e molto divertente.
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