Crazy Town - THE GIFT OF GAME - la recensione
Recensione del
15 feb 2000
Sarà il clima di questa metropoli piena di contraddizioni, con la luccicante
Beverly Hills a due passi dallo squallore di South Central, ma sta di fatto
che da quel di Los Angeles continua ad arrivare musica di gente piuttosto
arrabbiata. Musica che contamina i generi, per esprimere una realtà meticcia
per eccellenza; musica che ama gli stridori e che vuole mettere a disagio,
perché è figlia del disagio. Da questa sorta di novella Babilonia, come la
definiscono loro nel brano "Hollywood Babylon", arrivano i sette componenti
dei Crazy Town, capeggiati dai due leader fondatori Shifty Shellshock e Epic
Mazur, quest'ultimo produttore dell'album con Josh Abraham. Il loro album di
debutto, "The gift of game", trasuda letteralmente aggressività e
restituisce climi metropolitani inquietanti, anche se poi, andando a vedere
i testi, i sette ragazzotti tatuati amano parlare di sesso e donne (quella
giusta in "Butterfly", quelle 'una botta e via' in "Revolving door"), e
dispensare lezioni di vita riassumibili, usando le parole di Epic, in "fate
quello che vi pare ma sappiate che dovrete fare i conti con le conseguenze
delle vostre scelte e, se non siete capaci di reggere il gioco, rischiate
grosso". I suoni dei Crazy Town mescolano l'hip hop - il vero filo
conduttore dei 14 brani dell'album, anche perché i testi di Epic e Shifty
sono pensati per il rap - con una base di rock duro, di metal sporcato di
punk, in modo che il risultato sia un sound sempre teso. "Toxic" è forse il
brano che meglio esprime questa alchimia, oltre a essere una sorta di
manifesto del gruppo che vuole, con la sua musica, contaminare come una
sostanza tossica il sangue di chi ascolta. E se in "Toxic" c'è un'esplosione
di suoni che ricorda la "Guerrilla radio" dei Rage Against the Machine, in
"Think fast" - ospite Dirty Unit - si sentono a tratti le chitarre alla
maniera dei Red Hot Chili Peppers, come anche in "Butterfly". Interessanti i
due brani "Darkside" e "Black cloud" - in quest'ultimo ospite Jay Gordon
degli Orgy - perché sintetizzano la capacità dei Crazy Town di sfornare
suoni di forte impatto rock (è il caso del primo brano) pur mantenendo la
capacità di ritagliarsi dei momenti in cui l'aggressività si smorza a favore
di qualche incursione melodica (è il caso di "Black Cloud"). Due brani
interessanti anche per i testi, perché "Darkside" parla dei lati oscuri dell'esistenza che inevitabilmente attraggono con i loro sogni pericolosi e che
i Crazy Town invitano a vivere senza vergogna; "Black cloud" perché si parla
di quanto costi sofferenza guardare davvero in faccia la realtà e viverla
appieno, prendendosi tutta la responsabilità della propria condizione di
vita (tema caro al gruppo). In "Hollywood Babylon" e "B-boy 2000", due
ospiti di eccezione, Mad Lion e KRS-One, dimostrano, se ancora ce ne fosse
bisogno, che quello che ai Crazy Town piace è l'hip-hop stridente che scuote
le orecchie. Perché, se anche i modelli da cui attingono sono tanti e vari,
Shifty, Epic e compagni, come dicono loro, rimangono "ragazzi cresciuti a
hip-hop con il bisogno di un po' di rock".
Tracklist
"Intro"
"Toxic"
"Think fast"
"Darkside"
"Black cloud"
"Butterfly"
"Only when I'm drunk"
"Hollywood Babylon"
"Face the music"
"Lollipop porn"
"Revolving door"
"Players (Only love you when they're playing)
"B-boy 2000"
“Outro”