Ryuichi Sakamoto - CINEMAGE - la recensione

Recensione del 07 feb 2000

Insieme al suo album di solo pianoforte “BTTB” (vedi recensioni Rockol) di Ryuichi Sakamoto viene messo sul mercato anche questo album registrato live, testimonianza di un tour asiatico del 1997, nel quale il compositore giapponese eseguiva le sue composizioni accompagnato da un’orchestra di 70 elementi. Il titolo “Cinemage” dato alla raccolta – con l’intenzione di sottolinearne la specificità del contenuto, tratto dalle colonne sonore firmate da Sakamoto – ne rispecchia però soltanto in parte l’essenza, trattandosi di un album in cui, su sei composizioni, sono soltanto quattro a provenire realmente da quel mondo. “Forbideen colors” dal film Merry Christmas Mr. Lawrence, poi “L’ultimo imperatore” e “Il piccolo Buddha” dagli omonimi film realizzati con Bernardo Bertolucci, e “Wuthering heights” in rappresentanza delle altre tante colosse sonore scritte nella sua carriera. Per il resto “Replica” è una composizione già contenuta in origine sull’album “Illustrated musical encyclopedia” – realizzato con Thomas Dolphy nel 1986, mentre “El Mar Mediterrani” è il risultato di una commessa fatta a Sakamoto dal Comitato Olimpico e relativa alla scrittura del tema ufficiale dei Giochi Olimpici di Barcellona, nel 1992. Un brano dall’andamento molto particolare, quest’ultimo, capace di colorarsi con riferimenti all’impressionismo, al Debussy dei “Preludi” e allo stile compositivo che è inconfondibile di Sakamoto. “Cinemage” è così, soprattutto, un lavoro fondamentale per capire l’approccio del compositore con l’orchestra, qui utilizzata con grosse capacità evocative ed altrettanto rigore, a completamente di una personalità artistica veramente ricca e complessa nella struttura, quanto estremamente lineare nelle modalità espressive. Per quanto riguarda il materiale, i vecchi fans saranno contenti di sapere che “Forbidden colors” è cantata in coppia con David Sylvian, anche se non sullo stesso palco – Sylvian ha inciso la sua parte in un secondo tempo, sulle basi orchestrali live già registrate – mentre molto poco si può dire per svelare la bellezza delle altre composizioni da cinema. Se un piccolo appunto può essere fatto a questa raccolta è proprio quello di non rispecchiare appieno la grandezza del lavoro fatto da Sakamoto per il cinema, mancando alcuni episodi fondamentali della sua scrittura da film, come il tema de “Il tè nel deserto”; ma è stato lo stesso Sakamoto a dire che, tra le registrazioni del suo tour con orchestra, le versioni di molti altri brani non sono stati pubblicati per dettagli strettamente tecnici o rumori che hanno infastidito le esecuzioni. Molto perfezionismo, quindi, il che non toglie che a questo disco manchi qualcosa.

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