Sembra ieri, eppure da "Camp Rock" sono passati quasi dieci anni. E nel corso di tutti questi anni Demi Lovato è riuscita pian piano a costruirsi una credibile carriera discografica, lasciandosi presto alle spalle l'etichetta di "ex stellina Disney": certo, "Don't forget" rimane il suo disco di maggiore successo, se non altro perché uscito nel 2008, quando il volto di Demi Lovato era ancora un volto "televisivo". L'album che ha segnato il punto di svolta della sua carriera, però, è stato "Demi", nel 2013: è lì che si è capito che Demi Lovato non era più "quella di 'Camp Rock'", ma una "vera", una popstar.
È ripartita da lì e si è circondata di una caterva di produttori (venti, tantissimi) per cercare di raccogliere una manciata di hit scalaclassifiche e per tornare ai grandi numeri di qualche anno fa. Tra i collaboratori ci sono Oak Felder (Alessia Cara, Miguel, Jessie J, Nicki Minaj), Stint (Zara Larsson, Carly Rae Jepsen, BANKS), Jonas Jeberg (Kylie Minogue) e Jax Jones (The Vamps, Tinie Tempah).
Il disco è un album di pop contemporaneo. Aspettatevi dunque un paio di ballate con tappeti elettronici ("Tell me you love me" e "Only forever"), qualche pezzo dal sapore più r&b ("You don't do it for me anymore" e "Ruin the friendship") e soprattutto party anthem (come il singolo "Sorry not sorry").