Zola Jesus ci ha provato ad andare verso i gusti del pubblico "pop", verso il cosiddetto "mainstream" (ma si può ancora parlare di "mainstream" e di "underground"?): lo ha fatto con il precedente album, "Taiga", che l'aveva vista uscire fuori dalla sua zona comfort e sporcarsi le mani con i suoni del pop elettronico e cambiare anche etichetta, passando dalla Sacred Bone Records alla Mute. Ma ha capito che non poteva essere quello il futuro della sua carriera. E così, con questo nuovo album, "Okovi", ha scelto di tornare alle radici.
Tornata nel roster della Sacred Bone Records, l'etichetta indipendente fondata nel 2007 a New York e specializzata in musica sperimentale e generi "underground" come rock psichedelico, alt-rock, punk rock e noise rock, Nika Roza Danilova - questo il suo vero nome - si è messa al lavoro su una manciata di brani che rispecchiassero il suo lato più dark, oscuro e cripitico.
Oltre ad Alex DeGroot, che segue la cantautrice ormai da diversi anni, tra i musicisti del disco troviamo anche WIFE, Shannon Kennedy della band del duo losangelino dei Pedestrian Deposit e il percussionista Ted Byrnes.
Il manifesto di questo disco è "Exhumed", "riesumata", un pezzo dalle atmosfere post-industrial: la Zola Jesus di "Taiga" è solo un brutto ricordo. Se siete fan di vecchia data di Nika potete tirare un sospiro di sollievo: Zola Jesus è tornata Zola Jesus.