La faida tra fratelli è una delle grandi storie del rock. Non solo i Gallagher: quella tra i Robinson è meno glam, ma meriterebbe un libro.
I Black Crowes rimangono una delle band rock più solide, trascinanti e potenti degli ultimi 25 anni. Una solidità incrinata dalle continue liti tra Rich, il chitarrista, e Chris il cantante: ha sbattuto la porta qualche anno fa, formando la sua Brotherhood, abbandonando il southern rock per la psichedelia californiana.
Rich ha continuato a fare la sua vita, producendo dischi solisti. E poi dai Crowes è passato alle Magpies, alle gazze. Che sempre corvi sono, ma neri e bianchi. In questa avventura ci sono con lui gli ex Black Crowes Marc Ford e Sven Pipien. C'era anche il tastierista Eddie Harsch, mancato all'improvviso lo scorso dicembre. "The magpie salute" è il primo disco della band.
Ma chi sono i Magpie Salute? Una cover band di altissimo livello. L'album è inciso dal vivo in studio, contiene un solo brano originale, "Omission". E una rilettura della "signature song" dei Black Crowes, "Wiser time", assieme a "What Is Home", sempre dei Crowes, e "Time will tell" di Bob Marley, che dalla band originale venne incisa in studio. E poi cover dei Pink Floyd, di Delaney and Bonnie, Bobby Hutcherson, War, Faces.
Tutto suonato alla perfezione: "Wiser time" suona esattamente come ce la ricordiamo. La chitarre di Robinson e Ford sono da urlo, ma la mancanza della voce del fratello Chris si sente eccome.
Se seguite questo genere di rock, "The magpie salute" è un guilty pleasure. Perché è indifendibile da ogni punto di vista, da nome al repertorio, all'idea di inciderlo live in studio. Ma suona benissimo, con lunghe jam strumentali e l'esperienza che solo grandi musicisti sanno mettere negli arrangiamenti. La nostalgia dei Black Crowes non viene placata, però. Anzi, aumenta: e né i Magpie Salute, né la Chris Robinson Brotherhood la possono far passare.
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