Gabrielle - GABRIELLE: RISE - la recensione
Recensione del 18 gen 2000
Ascoltando il ritorno di Gabrielle ci vengono in mente le produzioni pop di chiara ispirazione Motown che tanto di moda andavano nel Regno Unito nei primi anni Ottanta. Era l’epoca delle varie “Shout to the top” degli Style Council per capirci, e allora il sound di queste canzoncine fresche e molto radiofoniche attingeva a piene mani dai classici firmati da Holland-Dozier-Holland per gli artisti di punta della Motown. Gli stessi a cui Gabrielle sembra essere profondamente legata e che nel nuovo album “Rise” appaiono con citazioni davvero molto evidenti. Pezzi come “When a woman” e “Falling” potrebbero appartenere tranquillamente al repertorio di Diana Ross & The Supremes, tanto sono scritti, prodotti e interpretati nel più classico Motown style. Ma l’album “Rise” per fortuna non è solo questo. In esso sono concentrate in una manciata di canzoni pop soul estremamente godibili e di sicuro successo anche in Italia. Pezzi come “Sushine” e “Rise” “acchiappano” infatti al primo ascolto e non tarderanno a farsi strada nelle playlist delle radio nostrane, soprattutto per la loro semplicità e leggerezza (un pregio in questo caso, che non corrisponde necessariamente con banalità) . Tutto il lavoro scorre infatti piacevolmente senza un momento di noia, grazie anche a una produzione moderna ma mai troppo standardizzata. Curioso e riuscito l’uso del campione di “Knocking on heaven’s door” di Bob Dylan in “Rise”.