Marlene Kuntz - H.U.P. - LIVE IN CATHARSIS - la recensione

Recensione del 15 gen 2000

Arriva il fatidico momento del live anche per i Marlene Kuntz. Una scelta logica, visto il successo - anche di classifica - di “Ho ucciso paranoia”, e l’eccellente livello delle esibizioni del quartetto. L’album si presenta così come una sorta di istantanea di un periodo felice nella storia della band, senza concedere granché all’autocelebrazione. Non c’è dubbio che riesca a catturare in modo fedele lo stile del quartetto piemontese, che elabora in modo personale la lezione dei maestri americani di riferimento (Sonic Youth in testa). I fans di stretta osservanza potrebbero avere qualcosa da ridire sulla mancanza di alcuni pezzi pregiati del catalogo, come “L’esangue Deborah” o “L’odio migliore”, ma complessivamente la scaletta è soddisfacente e copre tutto l’arco della carriera discografica della band, incluse un paio delle “Spore” strumentali pubblicate insieme all’ultimo lavoro in studio. Il suono è potente (produce Gianni Maroccolo), e Cristiano Godano si conferma come un leader credibile e trascinante, anche senza possedere doti vocali particolarmente notevoli. Possono anche non piacere, i Marlene Kuntz, ma meritano comunque il massimo rispetto.


Tracklist
“Ineluttabile”
“Aurora”
“1, 2, 3,”
“Il vile »
“Sonica”
“Nuotando nell’aria”
“Infinità”
“Canzone di domani”
“Spora n.11 - Rotule come freesbie”
“Le putte”
“Spora n.42 - La gramigna”
“Questo e altro”
“Ape regina”
“Una canzone arresa”
“Come stavamo ieri”
“Festa mesta”
“Lieve”

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