Animal Collective - THE PAINTERS EP - la recensione

Recensione del 04 mar 2017 a cura di Anna Gaia Cavallo

Voto 6/10

2016, “Painting with”. Avevamo lasciato così gli Animal Collective: tra il pop psichedelico e l’elettronica, divertiti e divertenti, senza schemi, senza regole, guidati solo dal ritmo e dai suoni. Un anno dopo tornano con “The painters”, un EP contenente quattro tracce, di cui tre inedite ed una cover.

Ormai è prassi: ogni album della band apre un cerchio, poi ci pensa un EP a chiuderlo. Premesso ciò, se vi aspettate di ritrovare le stesse atmosfere di “Painting with” in questo EP, resterete delusi. E pensare che i brani di questo EP sono stati registrati nella stessa sessione di quelli del precedente LP… A parte il gioco di parole, da “Painting with” a “The painters”, i punti in comune sono pochi, anzi quasi inesistenti. Parallelismo necessario.

Ascoltando “Painting with” le reazioni possibili erano tre: sorridere, ballare, oppure sorridere e ballare. In ogni caso qualsiasi ascoltatore si sarebbe divertito. Era un album ricco di colori, di movimento, di energia. “The painters”, invece, non segue la scia di divertimento e spensieratezza dell’album che lo ha preceduto (fatta eccezione per “Jimmy Mack”, un solo brano su quattro), ma non se ne allontana neanche tanto. Tenta, al contempo, di creare atmosfere riflessive e, a tratti, anche rilassanti, ed il risultato è che resta sempre sospeso, a metà tra spensieratezza e riflessione, senza trovare una precisa collocazione. Ed ogni volta che un brano sembra stia per ingranare, sul più bello rallenta. 

Per comprenderci meglio, una panoramica di tutto l’EP può essere utile. Partendo dalla prima traccia, “Kinda Bonkers”: di stampo pop psichedelico, con tocchi di folk psichedelico. Un piacevole ascolto.“Peacemaker”: un insieme di sillabe che si susseguono su sonorità tendenti al noise pop. Per trovare un giusto termine di paragone, possiamo citare “Spilling guts” e “Recycling”, oppure, per essere ancora più precisi, sorpassare “Painting with” e fare un ulteriore passo indietro, arrivando a “Boys latin”, di Panda Bear solista: le parole si rincorrono, si completano a vicenda e l’atmosfera è quasi eterea.

Ci pensa poi “Golkeeper” ad accendere una luce, anche se abbastanza fioca. Tornano l’azione, il movimento. Torna anche il divertimento. Peccato solo che non decolli mai e faccia sentire così la mancanza dell’energia esplosiva di brani come “FourDada”, “Natural selection”.
Chiude “Jimmy Mack”, cover di Martha Reeves & The Vandellas, degli anni ’60. Il soul dell’originale lascia spazio all’elettronica ed il risultato è niente male: brioso, fresco, nuovo. E non è un caso che la band, dopo averlo suonato in diversi live, abbia scelto di inserirlo in questo EP. 

I continui paragoni con gli stessi Animal Collective ed i mancati paragoni con altre band e artisti sono voluti. Questa band ha uno stile così personale ed originale, che qualsiasi confronto potrebbe essere sviante. Si sarebbero potuti superare dopo “Painting with”, per adesso non lo hanno fatto. Ma c’è sempre tempo per migliorare.
 

 

Tracklist

01. Kinda Bonkers (03:14)
02. Peacemaker (03:15)
03. Goalkeeper (02:47)
04. Jimmy Mack (04:07)

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