Un John Legend sorprendente fuori dalla sua comfort zone: "Darkness and light"

Le luci e le ombre dell'amore cantate da John Legend colgono nel segno: la recensione

Recensione del 07 dic 2016 a cura di Michele Boroni

Voto 8/10

Ci voleva un po' di oscurità (e un signor produttore) per far risaltare un cantante di razza come John Legend. Nessun ha mai messo messo in dubbio le sue doti di interprete, anzi, il disco “Wake Up!” del 2010 con The Roots e la canzone “Glory” eseguita insieme a Common vincitrice dell'Oscar 2015 ci avevano mostrato un Legend particolarmente dritto e incisivo. Ma si trattava sempre di collaborazioni con altri artisti: nei sui dischi solisti il cantante di Springfield non andava oltre al compitino di contemporary adult pop con alto contenuto di saccarosio, peraltro di gran successo (il suo “All of me” contenuto nel suo precedente disco del 2013, è diventata in USA la canzone più suonata ai matrimoni, tipo “La cura” qui da noi). 

C'è voluto il sesto disco, un manipolo di eccellenti autori e un produttore come Blake Mills – dietro la console di quel capolavoro di sintesi e passione che è “Sound & Color” degli Alabama Shakes – per far uscire Legend dalla comfort zone, e dargli la possibilità di togliersi qualche sassolino dalle scarpa. “Dicono di cantare quello che sai / Ma io ho cantato ciò che volevano / Alcune persone fanno quello che gli viene detto / Ma baby questa volta non lo farò” sono queste le prime strofe di “ I know better” il bel gospel pop dove svetta l'hammond di Larry Goldings che apre il disco come una dichiarazione d'intenti. 

“Darkness and Light” è una raccolta di straordinarie canzoni sull'amore in tempi bui, dall'avventura di una notte (“Temporary Painless”) all'incapacità di impegnarsi (“Surefire”) fino alla sopravvivenza di una relazione sotto i riflettori e i social (“Overload”): per l'occasione Legend si fa scrivere alcune canzoni da personaggi estranei al suo mondo di adult r'n'b come Will Oldham (Bonnie Prince Billy) e la rivelazione 2015 Tobias Jesso Jr. ma anche da hit maker per teen idol come Julia Michael e Justin Tranter (autori di “Sorry” di Bieber e gran parte delle canzoni di Selena Gomez). Ma è il continuo alternarsi di luci e ombre tradotte in suoni che colpiscono: il piano lo-fi di “Love me now”, gli archi arabeggianti che si incrociano con l'hammond nella struggente “Right by you (for Luna)”, il senso di precarietà che si respira in “Same old story” come un Bon Iver più pop. 

Un capitolo a parte va dedicato alle collaborazioni canore all'interno del disco, dalla strepitosa title track con Brittany Howard che poteva benissimo far parte di un disco degli Alabama Shakes, fino a “Overload” con Miguel e il sax di Kamasi Washington, forse il pezzo più seducente dell'intero album. Non manca la denuncia politica con le dure parole di Chance The Rapper nei confronti del neo-presidente in “Penthouse Floor” (“All this trouble in this here town/All this shit going down”).

Insomma, con “Darkness and Light” ci troviamo di fronte a un John Legend più maturo che, senza tradire le proprie origini di elegante singer r'n'b, realizza uno dei più brillanti dischi di contemporary pop che coglie anche le sfumature più oscure. 

 

 

Tracklist

01. I Know Better (03:03)
02. Penthouse Floor (04:43)
03. Darkness and Light (03:50)
04. Overload (03:20)
05. Love Me Now (03:30)
06. What You Do to Me (03:21)
07. Surefire (04:03)
08. Right By You (for Luna) (04:16)
09. Temporarily Painless (03:55)
10. How Can I Blame You (03:56)
11. Same Old Story (03:32)
12. Marching Into the Dark (04:21)

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