Penso che “Tre” sia il pezzo migliore del disco, questo “Malkovic” che ci presenta la band omonima formata da Giovanni Pedersini (voce, chitarra), Elia Pastori (batteria, elettronica) e Fabio Copeta (basso). Migliore perché si sente che il sound di matrice alt che già imposta il canone dei primi due pezzi, qui prende una bellissima piega vagamente più emo/post rock; e per emo/post rock intendo quello vero, americano, anni Novanta. Trattandosi di un EP penso che dare qualche coordinata più specifica non possa che essere d’aiuto per farci un’idea, ed è per questo che a questo punto mi gioco la carta reference. Nello specifico i miei adorati Mineral e i redivivi American Football, che tra l’altro hanno appena annunciato una data nel nostro paese dopo anni e anni e anni di duro silenzio: ascoltando “Tre” un po’ ho sentito echi degli uni e degli altri, con quella combo di riff e delicatezza che come loro nessuno mai. Riflettendoci poi, non credo che sia un caso che band come i Malkovic continuino a nascere… il sangue alternativo scorre perenne, imperterrito, come un fiume carsico nelle vene di molti che, in barba al tempo e alle mode, a turno decidono di emergere per giocarsela sempre e comunque a modo loro.
Benvenuti dunque ai Malkovic e al loro più che buon EP: questo primo incontro ci ha permesso di fare le presentazioni, di conoscerci. Ora possiamo immediatamente guardare a ciò che verrà, sperando che i tre non smettano mai di lavorare sul suono come già hanno fatto abilmente per questo lavoro, senza farsi distrarre da tutto quello che gli succede (musicalmente) intorno. “Malkovic” è un disco autoprodotto, registrato presso il Crono Sound Factory di Vimodrone, mixato da Simone Sproccati e masterizzato da Carl Saff a Chicago.