Eric Clapton - CLAPTON CHRONICLES: THE BEST OF ERIC CLAPTON - la recensione
Recensione del 30 ott 1999
Antologia con due inediti di poco conto per Eric Clapton, che testimonia con questo best cadute e risalite del suo più recente decennio. Dalla corte di Phil Collins (“Bad love”, “Forever man”, “She’s waiting”) a quella di Babyface (“Change the world”), Clapton si è mosso tra la fine degli anni ’80 e i ’90 in un non meglio identificato stato di insicurezza latente e ritorno alle origini, alternando prove insipide in veste pop a celebrati ritorni al blues. Certo, per uno che aveva paura di fare un disco blues perché si diceva timoroso delle reazioni del mercato, non deve essere stato piacevole scoprire che il suo pubblico dimostrava di apprezzare proprio quel tipo di album, tributando Grammy Awards e dischi d’oro all’Unplugged e a “From the cradle”, un vero ritorno alle origini del blues. D’altra parte, la ritrovata confidenza nel contesto musicale degli esordi non ha comunque dissuaso Clapton dallo sperimentare ancora la carta del successo pop, con esiti evidentemente più alterni, come mettono in mostra gli hits di più recente fattura: “My father’s eyes” e “Change the world” sono buone canzoni e niente più, sorrette da una voce che a poco a poco è diventata la principale attrattiva del musicista inglese, facendo quasi passare in secondo piano il suo stile da chitarrista. Una collection minore, quindi, che non compete minimamente con il lato blues da poco messo in mostra da un’altra, omonima raccolta, ma che al contrario evidenzia una certa qual confusione di intenti nel suo prodotto più specificamente pop. A testimonianza del misunderstanding qui campeggiano la versione live di “Layla” estratta dall’Unplugged – veramente terribile – e quella di studio di “Tears in heaven”, mentre il minimo della vita sarebbe stato fare esattamente l’opposto. Una menzione appena meritano i due inediti, "Blue eyes blue" - dal soundtrack di "The runaway bride", probabile sequel di "Pretty woman" con la coppia Gere-Roberts - e "I get lost", mentre da una registrazione live arriva la conclusiva "Wonderful tonight".